Uso di numeri e picchi influenzali

influenza virus

Sul sito di Sanità Informazione (http://www.sanitainformazione.it/salute/influenza-tre-milioni-italiani-letto/) è stato pubblicato l’articolo sotto riportato. (11.01.2018)

I calcoli, non presenti nell’articolo, sono stati inseriti per meglio evidenziare e confrontare i dati.

A scanso di equivoci: le riflessioni, indotte dagli articoli proposti (questo ed il precedente), NON HANNO alcuna intenzione di schierarsi contro le vaccinazioni né di confondere la vaccinazione antinfluenzale con le altre vaccinazioni, né di polemizzare.

Il 2018 è iniziato registrando il numero di casi di influenza più alto degli ultimi anni. Sono quasi 3 milioni gli italiani che, da metà ottobre, sono rimasti a letto con l’influenza, ma il picco è stato raggiunto, per ora, negli ultimi giorni. Il livello di incidenza nella prima settimana del nuovo anno è pari a 13,11 casi ogni mille abitanti, mentre i casi registrati sono circa 802 mila. Gli esperti ritengono che siamo vicini al picco epidemico e che quindi presto i numeri inizieranno a scendere. La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni, in cui si osserva un’incidenza pari a circa 28,5 casi per mille assistiti, e quella tra 5 e 14 anni pari a 15,1. In queste fasce di età si osserva un arresto o addirittura una diminuzione del numero di casi rispetto alla scorsa settimana. Ancora in aumento, invece, il numero di casi nei giovani adulti in cui l’incidenza è pari a 13,4 e negli anziani con 8,1 casi per mille assistiti.

28,5 + 15,1 + 13,4 + 8,1 = 65,1 : 4 fasce = 16,27 casi ogni 1000 abitanti (o 1,63 ogni 100)

Sarebbe interessante sapere se i quasi 3 milioni di italiani “rimasti a letto con l’influenza” (o sindrome influenzale) siano stati diagnosticati con l’isolamento del virus influenzale… oppure sono solo numeri, (ricordando gli oltre 250 “cugini” parainfluenzali).

Il dubbio lo chiarisce il prof. F. Pregliasco (http://www.sanitainformazione.it/salute/sintomi-influenza-virologo-pregliasco/): La diagnosi si conferma con un tampone faringeo che però facciamo solo su piccoli numeri per capire quali sono i virus che circolano, ma non si fa una diagnosi laboratoristica nella stragrande maggioranza dei casi…”.

In merito alla gravità della attuale malattia influenzale, afferma:E’ un’influenza normale, non così pesante… La variante che ha infastidito l’Australia, che in realtà si chiama Massachusetts, quella che ha colpito anche negli Stati Uniti e nell’Australia nord-est, per ora c’è ma in pochissimi casi, non è quella che prevale”.

Sul sito http://www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2017/ è riportata la popolazione italiana pari a 60.589.445.

Dunque 802.000 casi x 100 : 60.589.445 = 1,323 per cento, come dire

            802.000 casi x 1000 : 60.589.445 = 13,23 per mille, più appariscente.

O se preferite 802.000 casi, nella prima settimana del 2018, diviso 7 giorni = 114.571 al giorno su 60.589.445 italiani che corrisponde allo 0,189 per cento (rimane sempre il dubbio di quanti influenza e quanti altri parainfluenza).

Ma il clamore di questi giorni legato alla influenza è giustificato da numeri insoliti e superiori alla media? In realtà, sì. Per capire se veramente l’incidenza dell’influenza di quest’anno è anomala, basta paragonare i numeri pubblicati settimanalmente dal sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità con i rapporti delle stagioni influenzali degli anni passati.

A cominciare, proprio, dalla stagione scorsa, quando il picco è stato registrato nella ultima settimana del 2016, senza che l’incidenza arrivasse ai dieci casi ogni mille abitanti. Si pensi che, nel rapporto di InfluNet relativo alla prima settimana del 2018, viene evidenziato che l’incidenza è pari o superiore a dieci casi per mille assistiti (si potrebbe anche dire 1 caso ogni 100 assistiti) in tutte le Regioni italiane, ad esclusione solamente di Friuli Venezia Giulia, Veneto, P.A. di Bolzano e Sardegna. Lo scorso anno il picco è stato raggiunto con un livello di incidenza pari a 24,90 nella fascia 0-4 anni, a 13,27 nella fascia 5-14 anni, in quella 15-64 anni pari a 9,15 e a 6,32 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni.

24,90 + 13,27 + 9,15 + 6,32 = 53,64 : 4 fasce = 13,41 casi ogni 1000 abitanti (o 1,34 ogni 100)

Andando ancora indietro nel tempo, è possibile osservare che nella stagione influenzale 2015/2016 il picco è stato raggiunto nella ottava settimana del 2016 con un’incidenza di 6,14 casi ogni mille abitanti. In particolare, si è arrivati al massimo ad un livello di incidenza pari a 18,44 casi per mille assistiti nella fascia 0-4 anni, pari a 14,98 nella fascia 5-14 anni, in quella 15-64 anni pari a 4,67 e pari a 1,78 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni.

18,44 + 14,98 + 4,67 + 1,78 = 39,87 : 4 fasce = 9,97 casi ogni 1000 abitanti (o 0,99 ogni 100), diverso dal 6,14 riportato.

Insomma, per numero di casi è certamente un’influenza anomala, anche se, secondo gli esperti, in termini di casi gravi e decessi la stagione attuale è paragonabile a quelle precedenti.

Print Friendly, PDF & Email
condividi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *