LA “PAURA” DEGLI ANIMALI (zoofobia). Comprenderla per superarla


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I disturbi d’ansia sono specifici proprio del nostro tempo, al punto di essere spesso definiti il malessere del XXI secolo. Di fronte a molte difficoltà della vita quotidiana, ciascuno di noi prova normalmente un certo sentimento di preoccupazione, una sorta d’ansia che potremmo definire appropriata, perché ci permette di tenerci lontani da fonti di pericolo e di renderci conto delle situazioni negative che possiamo cambiare e migliorare. Questa preoccupazione rischia spesso di tramutarsi in qualcosa di nocivo che sfugge al nostro controllo e ci conduce al panico, all’apprensione ossessiva e a fobie che ci impediscono di vivere a pieno e con gioia la quotidianità e le relazioni. Sono milioni le persone che soffrono di attacchi di panico o che lamentano una o più delle numerosissime fobie conosciute, disturbi che hanno come origine comune l’ansia. Quando si diventa troppo ansiosi, le capacità di risolvere i problemi diminuiscono, perché l’ansia riduce la capacità di pensare chiaramente e di agire in modo ragionevole e può renderci incapaci di fare bene le cose. Grazie alla paura siamo in grado di evitare i pericoli in modo rapido ed efficace. Molte persone, però, hanno paure che creano più problemi di quanto ne risolvano e pongono loro limitazioni piccole o grandi nella vita quotidiana.

Quanti di voi, ad esempio, provano repulsione alla vista di una lucertola che vi sgattaiola davanti? Quanti indietreggiano se un ragno vi blocca la via con la sua tela? Tanto la lucertola quanto i ragni, nel nostro Paese, sono per lo più innocui. In questo caso siamo in presenza di una fobia perché la paura è legata a qualcosa di molto specifico, come un determinato animale e la reazione non è commisurata all’oggettiva entità del pericolo, ammesso che ci sia. La maggior parte delle cose che ci fanno paura non vengono dal mondo esterno ma, dalla nostra immaginazione. La fobia verso gli animali (zoofobia) rappresenta circa il 14-20% delle fobie specifiche, esordiscono precocemente durante l’infanzia e sono più frequenti nel sesso femminile (75-90%). A differenza di quanto si possa pensare, ad incutere un profondo stato di ansia, in caso di zoofobia, non sono esclusivamente gli animali considerati “feroci” (leoni, tigri, orsi, ecc.), ma anche animali comuni (cani, ragni, topi, piccioni, ecc.). Il soggetto che soffre di zoofobia può arrivare a sperimentare intensi attacchi di panico o una paura “paralizzante” alla sola vista del proprio oggetto fobico. Ribrezzo, fastidio, paura di essere aggrediti, sono solo alcune delle sensazioni sperimentate dai zoofobici.

Nel paradosso della ricerca del benessere più cerchiamo di stare bene e meno ci alleniamo ad affrontare le nostre paure. L’evitamento di tutte quelle situazioni che potrebbero esporre la persona al contatto con animali, è una delle strategie comportamentali messa in atto con maggior frequenza da chi soffre di zoofobia. A questa strategia, si affiancano tutte quelle azioni finalizzate a ridurre le possibilità di trovarsi a contatto con l’oggetto della propria fobia. Per esempio, nel caso dell’entemofobia (fobia per gli insetti), l’individuo può pulire la casa frequentemente, acquistare insetticidi, ecc. Nelle forme più gravi la persona finisce col costruire i propri ritmi di vita all’interno di rigide abitudini finalizzate ad un evitamento estremo, che può sfociare in un vero e proprio isolamento. Ciò che porta alla soluzione di un problema psicologico non è la ricerca delle cause, né l’interpretazione delle conseguenze, ma l’interruzione del legame che unisce le cause alle conseguenze in un circolo vizioso che rende sempre attuale il passato, rappresentato dalle nostre esperienze, nel presente e nel futuro.

Il trattamento farmacologico non sembra efficace nelle fobie verso gli animali, mentre la terapia cognitivo-comportamentale produce ottimi risultati, in molti casi anche solo con qualche sessione terapeutica. È possibile riprendere il controllo delle nostre reazioni e a far fronte alle varie situazioni attraverso uno specifico trattamento che ha come scopo quello di ridurre l’ansia anticipatoria e i comportamenti di evitamento riguardanti stimoli specifici, come gli animali, mettendo in grado ogni soggetto di raggiungere gli obiettivi di vita che si prefiggono senza essere bloccati da paure irrazionali.

Bibliografia

Adamo V. (2018), Cani, ragni, topi, serpenti. Comprendere e vincere le zoofobie, In.edit edizioni

Andreoli V. (2010), Le nostre paure, RCS Libri

Savron G. (2004), Le Fobie, Caleidoscopio, anno 22, numero 174

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