Vaccino AIDS storia infinita

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La storia infinita del ‘vaccino italiano’ contro l’Aids – di Alessandro Peregalli – 18 dicembre 2015 

… travagliata saga del ‘vaccino italiano’ che dovrebbe sconfiggere la pandemia del millennio, quella causata dal virus HIV. Una saga cominciata 17 anni fa e non ancora finita…

L’esordio mediatico del “vaccino italiano” per l’Aids è datato 24 ottobre 1998.

Quel giorno, i principali quotidiani italiani danno ampio spazio al prossimo successo del vaccino annunciato da Barbara Ensoli, vicepresidente della Commissione nazionale per la lotta contro l’Aids e direttrice del Centro nazionale Aids dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

…sin dall’inizio, la ricerca è sorretta esclusivamente dai fondi pubblici.

Il progetto guidato dalla dottoressa Ensoli si basa sull’utilizzo di un’unica proteina virale, la Tat – un’idea che non tutti condividono e che il virologo Robert Gallo, co-scopritore insieme al francese Luc Montagnier del virus Hiv e a sua volta al lavoro da anni su un vaccino anti-aids, definisce “illogica“.

Lo stesso Gallo, nella prefazione del libro-denuncia di Vittorio Agnoletto e Carlo Gnetti “Aids, lo scandalo del vaccino italiano”, precisa: “La Tat suscitò un qualche interesse come vaccino terapeutico nella prima metà degli anni novanta,” scrive Gallo,”ma non dopo il 1995, quando ormai erano disponibili terapie farmacologiche anti-Hiv estremamente efficaci.

Barbara Ensoli, in un Q&A pubblicato online, ha stigmatizzato le critiche contenute nel libro di Agnoletto e Gnetti. “L’obiettivo è creare confusione nel pubblico per spaventare gli investitori privati necessari per completare lo sviluppo del vaccino,” ha scritto la direttrice del Centro Nazionale AIDS, “e, infine, bloccare il programma vaccino che senza fondi non può andare avanti. Il fine ultimo è affossare il vaccino per sempre.

Negli anni successivi, alcuni ricercatori dello staff della Ensoli chiedono un trasferimento della sperimentazione ad altri laboratori. Alcuni, come il professor Antonio Scardino, denunciano poca rigorosità scientifica, sospetti di mobbing verso il personale e maltrattamenti sui primati.

La fase uno della sperimentazione sull’uomo, invece, prende il via all’inizio del 2004 in tre centri clinici: il Policlinico Umberto I, l’Istituto Spallanzani a Roma e l’Ospedale San Raffaele a Milano. All’analisi dei dati è preposto un laboratorio dell’Istituto San Gallicano di Roma, guidato dal dottor Mauro Picardo, che viene però sostituito, nell’aprile del 2005, dal dottor Fabrizio Ensoli, fratello di Barbara. Non è il solo della famiglia Ensoli a entrare nel progetto, visto che nella squadra entrano anche Valeria Fiorelli, moglie di Fabrizio, e Aurelio Cafaro, ex marito di Barbara.

Il professor Fernando Aiuti, responsabile della sperimentazione al Policlinico Umberto I, accusa poi la Ensoli e l’Iss di avere violato dei protocolli, per non avergli dato la possibilità di vedere con anticipo i dati.

Puoi leggere l’articolo completo al link: https://news.vice.com/it/article/vaccino-italiano-aids

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