TECAR, una termoterapia endogena

 

Trasferimento energetico capacitativo e resistivo: detto così a molti non sarà familiare anche se avranno provato questa terapia fisica o meglio questa termoterapia endogena. Ma se utilizzo la sigla TECAR allora chi l’ha provata sa, in generale, di cosa si tratta.

Siete curiosi di sapere cosa è, come funziona, perché si usa? Allora prendetevi qualche minuto del vostro tempo e continuate a leggere.

La TECAR, essendo una diatermia da contatto, rientra nel campo delle termoterapie endogene.

Il termine diatermia (dal greco dia: attraverso e thermos: calore) indica un trattamento terapeutico che utilizza gli effetti dell’aumento di temperatura all’interno dei tessuti.

Una corrente alternata di bassa intensità ma ad alta frequenza (500 Khz), applicata ad una parte del corpo, induce una biostimolazione attraendo e respingendo per 500.000 volte al secondo le cariche elettriche libere, presenti sotto forma di ioni. Questa “ginnastica” elettrica-molecolare, indotta dalle placche applicate alla parte da trattare, stimola l’attività delle cellule e la circolazione sanguigna, migliorando l’ossigenazione dei tessuti e la eliminazione dei cataboliti (prodotti di scarto del metabolismo).

L’applicazione del trattamento può essere (a seconda della profondità del tessuto da raggiungere):

in modalità capacitiva (elettrodo isolato con ceramica) se si vuole avere l’effetto biologico in prossimità della zona sottostante l’elettrodo mobile e soprattutto a livello dei tessuti molli come ad esempio cute, sottocute, fino alla fascia muscolare;

in modalità resistiva (elettrodo non isolato) se si vuole avere la concentrazione di cariche nei tessuti a più alta resistenza come osso, legamenti, etc.

Quindi con la diatermia si riesce ad avere un effetto energetico (cessione di energia al tessuto biologico) e un effetto termico endogeno che permette di raggiungere strati più profondi altrimenti non raggiungibili.

La TECAR è particolarmente indicata per il trattamento di distorsioni, lesioni tendinee, tendiniti, borsiti, esiti di traumi ossei e ligamentosi, distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti, artralgie croniche.

Le controindicazioni alla TECAR:

  • portatori di neurostimolatori impiantabili, pace-maker;
  • soggetti con osteoporosi ad alto turnover;
  • presenza nella zona del trattamento di artroprotesi e/o materiali di sintesi, vene varicose, tromboflebiti, lesioni della cute, ipoestesia cutanea;
  • mestruazioni;
  • neoplasie;
  • gravidanza;
  • soggetti ipotesi.
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