Covid-19, informazione poca, disinformazione tanta

Questa pandemia ha evidenziato quanto la informazione e disinformazione possano pesare sull’atteggiamento delle persone. Basta leggere i post sui vari siti per averne l’idea.

Comprendo che comunicare dati ed informazioni nel corso di una pandemia sia una impresa ardua, se fatta con coscienza. Ma, dopo un anno di informazione-disinformazione, da addetto ai lavori (medico con esperienza ultraquarantennale) la cosa che più mi indigna è la presunzione di certi frequentatori di trasmissioni televisive che pontificano giudizi, su problematiche quali infezioni, epidemiologia, contagi, decessi correlati, senza averne le dovute specifiche conoscenze e dunque specifica formazione. Questa carenza di specifiche conoscenze è la causa di grave improprietà di linguaggio, sia scritto che verbale (servizi giornalistici, cronaca quotidiana, interviste), che determina una impropria informazione con ovvie conseguenze sul lettore o sugli ascoltatori. Un esempio su tutti: utilizzare il termine malato per indicare i positivi al test per Sars-Cov-2.

Per non parlare della partigianeria di certe trasmissioni che dando un “taglio” o meglio una direzione non contribuiscono a “fornire una informazione con coscienza ed obiettività”. Principi che dovrebbero essere quasi un giuramento deontologico.

Ritengo opportuno pertanto riportare quanto prescritto nel “TESTO UNICO DEI DOVERI DEL GIORNALISTA“, pubblicato sul sito www.odg.it, Articolo 2 – Fondamenti deontologici –

Il giornalista:

a) difende il diritto all’informazione e la libertà di opinione di ogni persona; per questo ricerca, raccoglie, elabora e diffonde con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti;”.

Scorrendo il citato Testo Unico:

Articolo 10 – Doveri in tema di pubblicità e sondaggi

Il giornalista:

2. Il giornalista s’impegna affinché la pubblicazione di sondaggi attraverso i media contenga sempre:

a) soggetto che ha realizzato il sondaggio e, se realizzato con altri, le collaborazioni di cui si è avvalso;

b) criteri seguiti per l’individuazione del campione;

c) metodo di raccolta delle informazioni e di elaborazione dei dati;

d) numero delle persone interpellate e universo di riferimento;

e) il numero delle domande rivolte;

f) percentuale delle persone che hanno risposto a ciascuna domanda;

g) date in cui è stato realizzato il sondaggio.

Chi si ricorda di avere ricevuto tutte queste informazioni nella presentazione, specie televisiva, dei sondaggi ?

Ci sono poi due articoli, nel suddetto Testo Unico, che riguardano specifici settori:

Articolo 11

Doveri in tema di informazione economica

Articolo 12

Doveri in tema di informazione sportiva

Manca un articolo che tratti l’argomento attualissimo: “DOVERI IN TEMA DI INFORMAZIONE SANITARIA E SCIENTIFICA”.

Per ora si può andare, così come sta succedendo, a ruota libera nella disinformazione.

 

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