ARANCIA ROSSA, per sapere cosa mangi

L’etimologia del termine arancia è di origine araba, dal persiano “narang“, e risale dal sanscrito “nagaranja”, frutto prediletto dagli elefanti.

L’Arancio amaro (Citrus aurantium L.) è originario della Cina, e fu introdotto in Europa dagli Arabi nel X secolo; la polpa del suo frutto è acida, amarognola e ricca di semi.

L’Arancio dolce (Citrus sinensis) è invece originario del Vietnam, India e Cina Meridionale, ed è l’agrume più coltivato nel mondo.

L’arancia dolce sarebbe stata importata in Europa dai portoghesi nel XVI secolo e “portogallo” (nelle varie differenziazioni linguistiche) era altro nome usato per identificare questo frutto; termine ancora in uso in alcune regioni italiane.

I fiori d’arancio (detti zagare), di colore generalmente bianco con possibili sfumature giallastre (arancio) o violacee (limone), simboleggiano la castità della sposa e per questo sono usati nella decorazione floreale di chiese in occasione di matrimoni.

La parte più esterna dell’arancia è la buccia (detta scorza e contiene gli oli essenziali) al di sotto della quale si trova l’albedo, quella parte bianca, spugnosa e un po’ amarognola che, tra le varie sostanze, contiene metà della pectina di un’arancia. Più in profondità abbiamo la polpa, a spicchi (endocarpo). E’ un paradosso ma in genere mangiamo solo quest’ultima, cioè la parte che ha minori proprietà nutrizionali, scartando quelle più ricche di nutrienti: scorza e albedo. 

Poniamo attenzione quando sbucciamo un’arancia a non eliminare completamente l’albedo. Per fare ciò bisogna sbucciare l’arancia tagliando tangenzialmente a spirale la “scorza” partendo dal polo superiore per arrivare al polo inferiore e non incidendo la “scorza” con tagli longitudinali. 

Arancia come sbucciarla (video)

Le arance, in virtù della loro straordinaria ricchezza di sostanze utili, rappresentano un integratore naturale genuino e sano per poter sopperire al quotidiano dispendio di energie. Dal punto di vista calorico 100 gr. di arancia (parte edibile) contengono 34 Kcal.

E’ opportuno ricordare che le lame delle centrifughe girando velocemente, nella preparazione delle spremute, scaldano e distruggono parte della vitamina C che è termolabile.

Le arance, a differenza di altra frutta (per esempio banane e mele), sono “non climateriche” e se, per necessità commerciali, vengono raccolte acerbe, prima di immetterle nei mercati subiscono un trattamento con etilene. Con questa tecnica la buccia cambia colore (sverdimento) ma l’interno del frutto non matura con ovvie conseguenze sul gusto, che rimane più acido, ma soprattutto su molte sostanze nutritive.

Le arance spesso subiscono, dopo la raccolta, dei trattamenti sulla superficie esterna con agenti conservanti o sostanze chimiche (cere, fungicidi)  per migliorare sia l’aspetto sia la conservazione.

L’arancia rossa di Sicilia (Tarocco, Sanguinello, Moro) ha un valore aggiunto, le antocianine: pigmentazione dovuta al microclima (elevata escursione termica giorno-notte nel periodo di maturazione) che si crea nelle aree ai piedi dell’Etna e nella valle limitrofa.

Alle antocianine è riconosciuto un forte potere antiossidante utile al nostro organismo.

Lo stress termico induce la pianta a produrre una maggiore quantità di sostanze protettive (antocianine, esperidina, narirutina, acidi idrossicinnamici.) necessarie per difendersi dalle condizioni ambientali sfavorevoli. L’arancia rossa di Sicilia è anche più ricca di vitamina C del 40% rispetto alle comuni arance bionde.

Lo sviluppo di antociani nella buccia e nella polpa delle arance rosse (principalmente rappresentati da cianidina 3-glucoside e cianidina-3-(6″malonil) glucoside) dipende dal freddo e da un gene regolatore, denominato Rubino, che non è espresso nelle arance bionde ed è correlato alla quantità di antocianine, inoltre un marcatore molecolare LTR è responsabile della presenza di antociani e dell’attivazione di Rubino. (Prof. Antonio Catara, coordinatore gruppo di ricerca presso il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, Catania).

E’ bene sapere che frequentemente frutti raccolti dalla stessa pianta presentano un diverso contenuto nella pigmentazione perché influenzati da posizione (interna o esterna alla pianta), esposizione, fioritura. (CRA-ACM Acireale)

Esistono diverse centinaia di varietà di arance. Una distinzione fondamentale, basata sul contenuto di antocianine, individua le arance a polpa rossa (Sanguinello, Tarocco, Moro) caratterizzate dalla presenza del pigmento e le arance a polpa bionda nelle quali la pigmentazione è assente (es. Navelina, Ovale, Washington Navel, Biondo comune…).

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2 Risposte

  1. Claudio ha detto:

    Molto interessante, avere consapevolezza sia nell’acquisto che nel consumo è davvero molto utile oggi più che mai.
    Complimenti

  2. Claudia ha detto:

    Interessante.un elisir di lunga vita a portata di mano.

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