AMIDO RESISTENTE e sua importanza alimentare
Gli amidi sono catene lunghe di glucosio che si trovano in grano, patate, semi, legumi, banane verdi, etc. Alcuni di questi amidi non vengono digeriti e per questo sono detti “amido resistente”.
4 sono i tipi di “amido resistente” (resistant starch):
a) amido presente in grano, semi e legumi;
b) amido presente nei cibi amidacei come patate crude e banane verdi;
c) amido che si forma quando certi cibi amidacei (come patate e riso) vengono raffreddati dopo cottura (processo di retrogradazione);
d) amido preparato attraverso processi chimici industriali.
Questa loro caratteristica, di resistenza all’amilasi, permette di arrivare nell’intestino dove vengono fermentati e trasformati in acidi grassi a catena corta (butirrato) che abbassano il pH dell’intestino facilitando la proliferazione dei batteri buoni ed inibendo la crescita dei batteri patogeni.
Questo metodo di fermentazione fu scoperto da Louis Pasteur nel 1861 e sono riconosciuti attivi in questa azione i seguenti batteri:
Clostridium butyricum, Clostridium kluyveri, Clostridium pasteurianum, Fusobacterium nucleatum, Butyrivibrio fibrisolvens, Eubacterium limosum.
In esperimenti di laboratorio si è dimostrato che gli acidi grassi a catena corta provocano una rapida riduzione della permeabilità intestinale e questo avviene anche in topi con colite ulcerosa.
Quindi gli acidi grassi a catena corta giocano un ruolo importante nel mantenimento dell’integrità della barriera intestinale e “la mucosa intestinale svolge un ruolo di vero e proprio organo primario del sistema immunitario”.
Sembra che il butirrato, oltre a svolgere azione di nutrimento delle cellule intestinali, abbia effetti antiinfiammatori e antineoplastici (o antitumorali).
L’importanza della presenza della flora batterica intestinale è dimostrata dall’insorgenza della colite da diversione (infiammazione che si manifesta nel tratto di intestino escluso al transito) come accade con una ileostomia.
In questo tipo di interventi una parte del colon e del retto vengono bypassati, così che il cibo ingerito, e trasformato in materiale fecale, possa fuoriuscire in un apposito sacchetto, collegato esternamente all’addome.
Questa complicanza, purtroppo, insorge nel 100% dei casi, ma l’infiammazione scompare appena si ripristina il normale flusso fecale. Infatti, sperimentalmente, bagnando la parete intestinale con questi acidi grassi a catena corta, il problema si è risolto in poche settimane. (J M Harig, K H Soergel, R A Komorowski, C M Wood. Treatment of diversion colitis with short-chain-fatty acid irrigation. N Engl J Med. 1989 Jan 5;320(1):23-8.)
Ricercatori giapponesi, del RIKEN Center for Integrative Medical Sciences in Giappone, hanno realizzato uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, dimostrando che l’acido butirrico agisce sulle cellule T naive per promuovere la loro differenziazione in cellule T regolatorie. https://www.nature.com/articles/nature12721
Secondo il dr. Ohno, autore principale dello studio, “Le cellule T regolatorie sono importanti per il contenimento di risposte infiammatorie eccessive come pure per le malattie autoimmuni. Queste scoperte, pertanto, potrebbero essere applicate per la prevenzione e il trattamento delle IBD, le allergie e le malattie autoimmuni. Il butirrato è naturale e sicuro come terapia e, particolare non trascurabile in tempi di restrizione dei budget sanitari, rappresenta un’opzione a buon mercato”.