Certificazioni libero-professionali, considerazioni

 

Da molto tempo il Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Forlì-Cesena è sollecitato  da numerosi colleghi, soprattutto giovani, a puntualizzare la situazione delle diverse certificazioni che ci possono venire richieste dagli assistiti durante la attività professionale.
Per questa ragione il Consiglio ha deliberato, in questo mese di marzo, con le valutazioni di seguito riportate che saranno più approfonditamente trattate nel prossimo numero del nostro “Bollettino”. 

Le richieste di chiarimento più frequenti fanno riferimento alle “marche ENPAM”, alle tariffe da applicare o alla applicazione o meno dell’ IVA al 22% sulle fatture. 

MARCHE ENPAM = non si applicano più da diversi anni. La legge 23.12.2000 n. 388 all’art. 145 comma 65 ha infatti abrogato l’art. 11 della legge 21 febbraio 1963 n. 244 che prevedeva l’applicazione della marca ENPAM di L. 500 sui certificati che, ai sensi di legge, non erano rilasciati gratuitamente. Pertanto, a partire da quella data, l’applicazione delle marche ENPAM sui certificati a pagamento non è più dovuta.

TARIFFE = Si deve chiarire immediatamente che la legge “Bersani” del 2008 ha abolito di fatto qualsiasi tipo di “tariffa minima” per le attività professionali, con lo scopo di aprire il mercato alla libera concor-renza tra soggetti di una medesima professione.  Non è pertanto possibile, anche per evitare accuse di organizzazione di “cartello” o “trust”, elencare quelli che si possono definire “limiti minimi” per le certificazioni libero-professionali, come si faceva anni fa.

In seguito alla sollecitazione del maggiore sindacato di categoria dei Medici di Medicina Generale che sono i medici più coinvolti nel rilasciare varie tipologie di certificati, sentito anche il parere della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, riteniamo corretto formalizzare una indicazione di tariffario per dette prestazioni, allo scopo di mantenere alto il decoro professionale e di non svilire la nostra attività giornaliera.
L’indicazione sulle tariffe consigliate dal nostro Ordine, è ALLEGATA A QUESTA COMUNICAZIONE, e da questa indicazione ogni professionista è libero di differenziarsi, però nei limiti di un livello ritenuto dignitoso per la professione medica.

E’ comunque da ribadire che, a parte quelle concordate nell’ambito dell’Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale, NESSUNA prestazione di questo tipo sarebbe da rendere a titolo GRATUITO.
L’esecuzione di una prestazione professionale senza richiedere alcun compenso viene, infatti, autorizzata dal nostro codice deontologico solo in casi eccezionali, come da Articolo N. 52 che recita:
Onorari professionali – […] Il medico può, in particolari circostanze, prestare gratuitamente la sua opera, purché tale comportamento non costituisca concorrenza sleale o illecito accaparramento di clientela.

Le ipotesi di gratuità identificate dal codice deontologico sono limitate a vincoli di parentela stretta, a prestazioni rese a colleghi ed alla conoscenza diretta da parte del medico di condizioni di estrema indigenza del paziente che necessita della prestazione.

Qualora si voglia redigere a TITOLO GRATUITO una delle certificazioni sopra elencate,  raccomandiamo ai Colleghi di far sottoscrivere ai pazienti una dichiarazione di prestazione resa a titolo gratuito
Tale dichiarazione andrà conservata in studio e mostrata ai funzionari della Agenzia delle Entrate nel caso che sia contestato il non avvenuto versamento della imposta I.V.A. (22%).
Ricordiamo a tutti gli iscritti che opinare le tariffe professionali e giudicare sul rispetto della concorrenza tra professionisti è una delle attività della Commissione Disciplinare del nostro Ordine professionale.    

Qualsiasi segnalazione di certificazioni rese a titolo gratuito, quando invece esse siano riconosciute a pagamento, sarà considerata con attenzione e qualora si configuri una concorrenza sleale potrebbe essere seguita da una convocazione del collega segnalato per rendere le opportune spiegazioni. 

Non si può nemmeno escludere la applicazione di sanzioni ai sensi del Codice di Disciplina vigente ai colleghi recidivi.
Alleghiamo alla presente comunicazione un elenco di tariffe consigliate dal nostro Ordine e ribadiamo ulteriormente che da questa indicazione ogni collega è libero di differenziarsi, sempre, però, nei limiti di un livello ritenuto dignitoso per la nostra professione.
Consigliamo a tutti gli iscritti di attenersi alle indicazioni fornite riguardo alle norme sull’ IVA, e soprattutto di AFFIGGERE IN SALA D’ATTESA le tariffe che decideranno ci applicare per le certificazioni rese in regime libero-professionale, affinché tutti i pazienti prendano atto di quali siano i costi e il regime di fatturazione, per non incorrere in spiacevoli discussioni o contenziosi al momento della richiesta di queste prestazioni. 

L’affissione delle tariffe è peraltro richiesta da qualsiasi linea guida attinente alla trasparenza ed alle norme sulla concorrenza tra professionisti. 

Il Vicepresidente
Dott. Gian Galeazzo Pascucci

Fonte: http://www.ordinemedicifc.it/index.php?option=com_content&view=article&id=398&Itemid=120

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