Semi di papavero nell’alimentazione

 

Avete mangiato questo tipo di pane guarnito con semini neri riportato nella foto? Se non lo avete mangiato magari l’avrete visto al panificio. Ma non siete caduti nella tentazione di quei semini neri. Si, quei semini di papavero contenenti proprietà naturali che scoprirete continuando la lettura.

I semi di papavero provengono dal Papaver: un gruppo di piante spontanee dei paesi mediterranei. In Italia i più noti e diffusi sono i papaveri rossi, che crescono in primavera nei campi di grano o di altre graminacee, sono i più noti in Italia e appartengono alla specie Papaver rhoeas.

Altra qualità è il Papaver somniferum, ossia il comune papavero da oppio, nota per i suoi effetti farmacologici. Dal lattice di questa pianta si ha la produzione di morfina e altri oppiacei.

Dai semi del Papaver setigerum si ottiene un olio impiegato in pasticceria. I semi neri che vengono impiegati per la decorazione di pani e dolci appartengono alle specie Papaver nigrum e Papaver setigerum, privi di qualunque attività narcolettica.

I semi di papavero sono ricchi di grassi polinsaturi, 10 grammi (un cucchiaio) apportano 50 Kcal. Il 40% circa del loro peso è rappresentato dai lipidi; discreto  l’apporto di carboidrati e proteine; queste ultime sono a basso valore biologico, perché povere di amminoacidi essenziali.

Buono è il contenuto in sali minerali, soprattutto ferro, magnesio, calcio e potassio, e discreto l’apporto di vitamina B1.

I semi di papavero contengono una discreta quantità di alcaloidi e pertanto è opportuno evitarne l’uso eccessivo, nonché rinunciarvi durante la gravidanza o in caso di problemi respiratori.

La questione dei semi di papavero è un problema noto nel mondo scientifico, tant’è che lEfsa nel maggio 2018 ha fissato un livello di sicurezza di 10 μg/kg di peso corporeo come dose acuta di riferimento. Anche la Dgccrf del ministero della Salute francese in un comunicato datato marzo 2019raccomanda di “non mangiare dolci o prodotti di panetteria contenenti abbondanti quantità di semi di papavero prima di mettersi alla guida e invita donne incinte o in allattamento o bambini e anziani con problemi respiratori o di ritenzione urinaria a evitare i semi”.

In breve: gli alcaloidi oppiacei nei papaveri

  • I semi di papavero sono ottenuti dal papavero da oppio (Papaver somniferum). Il lattice (linfa lattea) del papavero da oppio contiene fino a 80 alcaloidi, tra cui morfina e codeina, che sono utilizzati per il trattamento di dolori gravi da generazioni, ma sono anche soggetti ad abuso.
  • I semi sono usati come alimento e per produrre olio commestibile.
  • In alcuni Paesi dell’Europa centro-orientale i semi di papavero sono usati per tradizione su pane, prodotti da forno e dessert.
  • I semi di papavero di solito non contengono alcaloidi oppiacei, ma possono venirne contaminati a seguito di infestazione parassitaria e durante la fase di raccolta.
  • Ci sono poche segnalazioni di effetti nocivi derivanti dal consumo di semi di papavero negli alimenti; tuttavia non si può escludere che tali reazioni occasionalmente possano verificarsi. Effetti morfino-simili sono stati osservati nell’uomo dopo il consumo di una sola porzione di semi di papavero contaminati da alcaloidi oppiacei. 
  • Le donne in gravidanza, i neonati, i soggetti di età superiore a 75 anni e quelli affetti da patologie con funzionalità respiratoria alterata sono i sottogruppi più sensibili agli effetti nocivi della morfina.” (https://www.efsa.europa.eu/it/press/news/180516)

 

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