Covid-19, indice Rt e vaccinazione

E’ diventato ormai familiare un termine che sentiamo frequentemente: l’indice di riproduzione Rt.

Per conoscerlo meglio riporto alcuni passi di un articolo realizzato da Stefania Salmaso e Luca Carra e pubblicato il 23 novembre 2020 su scienzainrete.

“Ricordiamo che il valore di Rt è una misura del numero medio di casi secondari contagiati da un primo caso. Se Rt diminuisce , il numero giornaliero dei casi diagnosticati diminuirà progressivamente e con esso il numero dei ricoveri in ospedale e di quelli in terapia intensiva.

Il valore dell’indice è direttamente proporzionale alla capacità del virus di passare da una persona all’altra, alla durata della contagiosità di ogni infetto e alla probabilità di occasioni efficaci di contagio mediante i contatti tra le persone infette e quelle suscettibili. Perché Rt diminuisca, almeno uno di questi fattori deve diminuire.

Se Rt attualmente è in diminuzione, come riportato dalle stime dell’Istituto Superiore di Sanità, il merito va dunque alla riduzione dei contatti tra le persone.”

C’è anche una correlazione tra indice Rt e vaccinazione per cui non è possibile allentare tutte le restrizioni appena l’indice Rt scende sotto 1 poiché dai nostri comportamenti dipenderà “il tempo in cui la campagna di vaccinazione eserciterà il suo effetto nella comunità. Se riusciremo a mantenere le precauzioni e il distanziamento, limitando la circolazione virale, una prima quota di vaccinati potrà già produrre il vantaggio dell’immunità di gruppo, perché Rt sarà basso. E certamente non sarà necessario vaccinare 60 milioni di italiani in condizioni di emergenza, come qualcuno sta già prospettando, ricorrendo a caserme, parrocchie e cinema. Saranno molti meno, e scaglionati nel tempo.”

“La quota di persone immuni sufficienti a bloccare la circolazione virale dipende dall’indice di riproduzione R, anzi è calcolabile facilmente come (1-1/R). Più è basso R, minore sarà la quota di immuni necessaria a ostacolare la circolazione. Ad esempio per R=1,6 la quota di immuni necessaria per ottenere l’immunità di gruppo è 38%; per R=2 la quota è 50%.”

Ed a proposito di vaccinazione, in questi giorni tra annunci “interessati” delle aziende in corsa per la realizzazione del vaccino/i, richieste di dati scientifici, richiami alla trasparenza, grancassa dei media, le persone rimangono spaesate, incredule, sfiduciate, in una parola intontite.

Secondo gli AA. dell’articolo citato “Quanto anticipato per ora dalle aziende farmaceutiche e dai loro comitati di revisione lascia ben sperare, ma ovviamente non basta. Dai protocolli sappiamo che la sicurezza ed efficacia d’uso vengono valutate su molte migliaia di persone (circa 22.000 nel braccio vaccinati dello studio del vaccino Pfizer, 15.000 dello studio del vaccino Moderna e circa 20.000 di quello di Astra-Zeneca). Normalmente, le linee guida per l’approvazione di nuovi vaccini in Europa richiedono studi su almeno 3.000 persone, in genere giovani adulti sani. I vaccini contro Covid-19 hanno arruolato un numero molto maggiore di persone di ogni tipo, anche in età avanzata. Quanto realizzato in meno di un anno non è mai avvenuto in tutta la storia dei farmaci,… Ma ci muoviamo ancora in un limbo in cui mancano dati e sufficienti pubblicazioni scientifiche a conforto di quanto affermato dai comunicati stampa delle aziende.”

Per quanto riguarda l’esitazione vaccinale (riluttanza o  rifiuto di vaccinare nonostante un vaccino disponibile) e la riluttanza ad accettare un vaccino Covid-19, il primo ritenuto dall’OMS una delle dieci minacce alla salute globale, l’ultimo numero di JAMA commenta che “entrambi sollevano una questione di fiducia: fiducia nei processi e nei sistemi che sviluppano, approvano e controllano la sicurezza dei vaccini, così come nelle persone e nelle agenzie che raccomandano e approvano la vaccinazione».

Stefania Salmaso: Stefania Salmaso ha una laurea in Scienze Biologiche e un Perfezionamento in Statistica Medica. Ha lavorato dal 1979 al 2015 presso l’Istituto Superiore di Sanità, svolgendo attività di ricerca e formazione in Epidemiologia applicata alla Sanità Pubblica. Ha condotto numerose indagini su epidemie e sul controllo delle malattie infettive. In particolare ha lavorato nel settore della prevenzione con vaccinazioni, collaborando con il Ministero della Salute, le Regioni e PA, AIFA e a livello internazionale con l’agenzia europea EMA e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ha diretto il Reparto di Epidemiologia delle Malattie Infettive del laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica dell’ISS e dal 2004 al 2015 ha diretto il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’ISS. Alla fine del 2015 ha lasciato l’ISS. Attualmente è un esperto indipendente. Non ha mai partecipato a studi direttamente sponsorizzati da case farmaceutiche, né è mai stata oggetto di trasferimenti di valore da ditte produttrici di vaccini, neanche per la partecipazione ad eventi congressuali. Non è iscritta ad alcuna associazione o società scientifica che riceve supporto da ditte farmaceutiche.

Luca Marra: Luca Carra è direttore di Scienzainrete e segretario del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica. Si occupa di scienza, ambiente e salute. E’ socio dell’Agenzia Zadig. Collabora con varie testate, fra cui Corriere della Sera. E’ autore di diversi libri, fra i quali “Polveri & Veleni” e “Enigma nucleare” scritti insieme a Margherita Fronte, e “Prevenire” (Einaudi 2020, con Paolo Vineis e Roberto Ciongolani). Insegna comunicazione ambientale al Master di comunicazione scientifica della Sissa (Trieste) e del MAcsis (Università Bicocca, Milano). È Technical Advisor per la comunicazione su cambiamento climatico, ambiente e salute, per il WHO – Western Pacific Region. Il suo indirizzo Twitter è @lucacarra50. La sua mail è: carraATzadig.it

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