Borragine, utile ma non di consumo frequente

 

La borragine (Borago officinalis L.) è una pianta erbacea annuale, della famiglia delle Boraginaceae, originaria del bacino del Mediterraneo.

Circa l’origine del nome secondo alcuni, per la peluria che ricopre le foglie, deriverebbe dal latino borra (tessuto di lana ruvida); altri propendono per una origine araba: abu araq (= padre del sudore), trasformato dal latino medievale in borrago.

Le foglie ovali ellittiche, picciolate, di colore verde-scuro, presentano una ruvida peluria.

Nell’antichità era considerata una pianta in grado di allontanare la malinconia, presso i Greci e Romani era simbolo di coraggio.

100 g di foglie di borragine apportano all’incirca 21 calorie e contengono:

93,00 g di acqua, 1,80 g di proteine, 0,70 g di lipidi, 3,06 g di carboidrati, vitamine A, B, C, folati, potassio, ferro, fosforo, calcio, sodio, magnesio.

Tradizionalmente le foglie si usano cotte (per eliminare la peluria) in molti piatti regionali.

La presenza di composti pirrolizidinici, a presunta attività epatotossica, sconsiglia l’uso alimentare della borragine per periodi prolungati.

Come riportato nel Convegno «Senecio sudafricano», tenutosi nel 2014 a San Colombo di Barisciano (AQ), le “Intossicazioni acute da alcaloidi pirrolizidinici (AP) nell’uomo possono insorgere in seguito ad assunzione di alte concentrazioni di AP; un quadro di intossicazione cronica può invece insorgere in seguito al consumo continuativo di “rimedi naturali” (tisane o estratti) o integratori alimentari a base di piante produttrici di AP, oppure all’assunzione continuativa di AP contenuti in tracce in alimenti come uova, carne, latte o miele.

L’olio estratto dai semi della borragine, ricco di acido gamma linolenico (GLA; 18:3 ω6), è benefico e rivitalizzante per la pelle secca o grassa; è un’antirughe naturale.

Per l’acquisto controllate che le foglie siano turgide, di un bel colore verde e non appassite, ingiallite, forate o macchiate. Si conservano in frigo per un paio di giorni.

L’utilizzo della borragine è da evitare durante la gravidanza e l’allattamento ma anche in caso si soffra di problemi al fegato.

La borragine può interferire con i farmaci anticoagulanti e antiaggreganti, con i medicinali che attivano il CYP3A4 nel fegato, con gli anestetici e, in misura minore, con i farmaci antinfiammatori non steroidei.

 

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