Il sale rosa proviene dal Pakistan.

 

Parole come “naturale”, “puro”, “antico” e “incontaminato” hanno un loro fascino e sono spesso usate nei messaggi pubblicitari per fare breccia nelle persone che sono alla ricerca di alimenti naturali o considerati tali. E’ il caso del sale rosa dell’Himalaya. Questo sale, che in realtà è estratto dall’enorme miniera di Kewhra, a sud della catena himalayana, in Pakistan, tra le città di Lahore e Islamabad, dunque a 300 km di distanza dal monte più alto della terra, ha una caratteristica che non gli permette di essere venduto in India: assenza assoluta di iodio.

La miniera di Khewra, che produce sale dal 320 a.C., è la seconda più grande miniera di sale al mondo, con sette strati salini alti cumulativamente 150 metri e una produzione di 325.000 tonnellate di sale ogni anno. Le gallerie si estendono per più di 40 km su 18 livelli e un’area di 110 km quadri.

La colorazione rossiccia o rosa è dovuta alle impurezze che vi si trovano disperse, soprattutto ossido di ferro.

Le proprietà benefiche pubblicizzate sono semplicemente inesistenti e mai dimostrate, come conferma una delle ultime revisioni scientifiche pubblicate nel 2017.

Ulteriori notizie e dettagliati dati scientifici cliccando alle parole sottolineate.

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