Prevenzione tumori: retto, mammella, utero
Prevenzione: tumore del colon-retto
Il cancro del colon-retto è il tumore più diffuso in Italia, nel totale tra uomini e donne. Considerando separatamente i due sessi è il secondo più comune nelle donne e il terzo negli uomini.
Il tumore del colon-retto ha origine quasi sempre da polipi adenomatosi, tumori benigni dovuti al proliferare delle cellule della mucosa intestinale, che impiegano mediamente tra i 7 e i 15 anni per trasformarsi in forme maligne.
È in questa finestra temporale che lo screening consente di fare una diagnosi precoce ed eliminare i polipi prima che abbiano acquisito caratteristiche pericolose.
Per questa ragione i test di screening attualmente in uso sono:
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la ricerca del sangue occulto nelle feci;
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la rettosigmoidoscopia.
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https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/guida-agli-screening/screening-tumore-del-colon-retto
Prevenzione: tumore mammella
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni.
I numeri del cancro in Italia 2022 confermano che il tumore della mammella è la neoplasia più frequente nelle donne.
Negli ultimi decenni si è registrato un costante aumento di frequenza di diagnosi, accompagnata, però, da una riduzione della mortalità. Ciò è stato possibile anche grazie alla sempre più ampia diffusione della diagnosi precoce, che ha permesso di aumentare il numero di tumori identificati ai primi stadi di sviluppo della malattia, quando il trattamento ha maggiori probabilità di essere efficace e meno invasivo.
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Prevenzione: tumore utero
A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, con l’introduzione del Pap-test, sono stati organizzati massivi programmi di screening che hanno consentito di ridurre fortemente l’incidenza del tumore della cervice uterina e la relativa mortalità, sia in Italia sia negli altri Paesi avanzati. I progressi della ricerca (che hanno associato lo sviluppo del tumore del collo dell’utero all’infezione da Papillomavirus, in sigla HPV) e quelli delle tecniche diagnostiche (in particolare lo sviluppo di test molecolari) hanno però recentemente modificato questo approccio. A oggi è infatti disponibile un’ulteriore metodo di screening, l’HPV DNA test, che permette di rilevare la presenza di DNA di ceppi di HPV ad alto-medio rischio, prima ancora che le cellule del collo dell’utero presentino alterazioni riscontrabili con il Pap-test.
L’esame di riferimento per le donne di età compresa tra i 30 e i 65 anni è diventato dunque l’HPV DNA test (o più semplicemente HPV test), da ripetersi ogni 5 anni, mentre per le donne tra i 25 e i 29 anni rimane il Pap-test da effettuarsi ogni 3 anni.
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