Berberina: abbassa il colesterolo… con quale rischio?
Il centro di Medicina naturale della Regione Toscana ha allarmato il Ministero della Salute: secondo studi recentissimi, la berberina, una sostanza in libero commercio, è in realtà pericolosa.
Nel fantastico mondo delle sostanze naturali in libero commercio anche in Italia, eccone una dal doppio, miracoloso effetto. Si chiama berberina, un alcaloide presente in varie piante, tra cui l’Idraste (Hydrastis canadensis). Ebbene: da un lato abbassa il colesterolo, dall’altro favorisce la trombosi.
Questo paradossale risultato, certificato da studi recentissimi appena pubblicati dalla rivista americana Journal of Molecular and Cellular Cardiology, è stato notificato in questi giorni al Ministero della Salute dal Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana, diretto all’ospedale di Empoli dal professor Fabio Firenzuoli, presidente dell’Associazione nazionale dei medici fitoterapeuti (Anmfit).
Il quale spiega: “E’ opportuno che questi dati vengano rapidamente esaminati. Si tratta infatti di programmare una serie di studi clinici finalizzati, prima di tutto, a dimostrare e garantire l’uso di questa sostanza”.
Gli alcaloidi, ricorda il professore, sono composti chimici presenti nelle piante e sono spesso attivi anche a dosi bassissime. Non di rado capita anche che siano responsabili di effetti collaterali non banali, soprattutto quando vengono utilizzati puri, cioè isolati dal loro contesto. Esempio classico è la morfina, uno dei tanti alcalodi presenti nel papavero da oppio. La morfina pura, potente analgesico, arriva a provocare arresti respiratori. In piccole dosi all’interno del decotto di papavero, è invece ottima per favorire il sonno.
Fenomeni analoghi accadono con l’Idraste e la Berberina. La pianta medicinale ha note proprietà disinfettanti ed è usata contro la diarrea, come stimolante uterino e come immunostimolante.
Per precauzione, tuttavia, lo stesso Ministero non consente l’uso della pianta all’interno di integratori vegetali. Malgrado ciò la Berberina pura, che sia ottenuta dall’Idraste o da altre piante, anche ad alto dosaggio, la troviamo in commercio da alcuni anni, consigliata come prodotto naturale, sicuro ed efficace, appunto per abbassare il colesterolo.
“Ma quando questi principi attivi vengono estrapolati dal loro contesto naturale”, avverte Firenzuoli, “possono scatenare attività farmacologiche e tossicologiche diverse e imprevedibili. Né va dimenticato che gli studi clinici effettuati per dimostrare l’efficacia di una terapia non sono adeguati a studiarne anche la sicurezza, a meno che non sia coinvolto un congruo campione di pazienti”.
Recenti lavori sperimentali condotti in Svizzera su cavie e cellule endoteliali umane dimostrano che la Berberina ha effetti cosiddetti pro aterogeni e pro trombotici, cioè l’esatto contrario di quello che vorremmo da una terapia su pazienti con il colesterolo alto. La Berberina può inoltre aumentare l’efficacia (potenzialmente anche la loro tossicità) di altri farmaci assunti contemporaneamente: ad esempio i digitalici, spesso assunti da cardiopatici.
lunedì 22 febbraio 2010
http://www.nove.firenze.it/b002221552-berberina-abbassa-il-colesterolo-ma-favorisce-la-trombosi.htm
La berberina è un alcaloide vegetale che possiede diverse proprietà, tra cui la più importante è certamente quella ipocolesterolemizzante.Questa sostanza è in grado di aumentare i livelli epatici del recettore LDL sia a livello di mRNA (3.5 volte) che di proteina (2,6 volte) .
La berberina è anche in grado di modulare negativamente l’espressione di PCSK9 (pro-protein-convertase-subtili-sin-kexin-9), un inibitore fisiologico del recettore LDL che agisce legando il dominio extracellulare di LDLR e ne promuove la degradazione intracellulare , risultando così in una riduzione della quantità di LDLR sulla superficie degli epatociti. PCSK9 rappresenta dunque un target farmacologico la cui inibizione permette di modulare i livelli circolanti di colesterolo-LDL.
Berberina e statina, dati in associazione, inducono l’espressione di LDLR in modo maggiore rispetto ai singoli trattamenti, suggerendo che la berberina potrebbe essere un efficace supplemento alle statine.
In soggetti ipercolesterolemici la somministrazione orale per 3 mesi di berberina, che risulta ben tollerata e senza effetti avversi, riduce i livelli plasmatici di colesterolo totale, LDL-C e TG.
Una recente meta-analisi ha mostrato che la somministrazione di berberina produce una significativa riduzione dei livelli plasmatici di colesterolo totale (differenza media -0,61 mmol/l, range -0,83/-0,39), LDL-C (differenza media 0,65 mmol/l), TG (differenza media -0,50 mmol/l), associata a un rilevante aumento dei livelli di HDL (differenza media +0,05 mmol/l) .
Questa stessa meta-analisi ha confermato l’assenza di effetti collaterali rilevanti, suggerendo che la berberina potrebbe avere effetti benefici nel controllo dei livelli lipidici plasmatici. Infine, un recente studio ha valutato l’effetto della berberina in pazienti con sindrome metabolica, mostrando che la somministrazione di berberina induce remissione della sindrome metabolica (36%, p=0,037): riduce circonferenza (p<0,05), TG (p<0,01), pressione sistolica (p<0,01) e secrezione di insulina (p<0,01), ed aumenta la sensibilità all’insulina (p<0,01).
“Effetti della berberina nella sindrome metabolica: risultati di uno studio clinico”
ANGELA PIRILLO 1,2, LILIANA GRIGORE 1, MAURIZIO AVERNA 3, ELMO MANNARINO 4, ALBERICO L. CATAPANO 2,5
1 Centro per lo Studio dell’Aterosclerosi, Ospedale E. Bassini, Cinisello Balsamo, Milano; 2 IRCCS Multimedica, Milano; 3 Dipartimento di Medicina Interna e Specialistica DIMIS, Università degli Studi di Palermo; 4 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di Perugia; 5 Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Università degli Studi di Milano
è uno studio del 2010…perchè riportarlo, dopo che è stato smentito negli anni seguenti?
Primum non nocere.
Position Statement su “Nutraceutici per il trattamento dell’ipercolesterolemia” della Società Italiana di Diabetologia (SID) e della Società Italiana per lo Studio della Arteriosclerosi (SISA)
“Alla luce dei dati segnalati, bisogna ricordare che nè l’EFSA e neppure la FDA hanno ancora espresso claims specifici relativi alla efficacia ipocolesterolemizzante ed alla sicurezza dei preparati contenenti berberina”