Rischio radiologico

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Cosa sono i raggi X? I raggi X (usati per esempio per gli esami TC) sono una forma di radiazione, come la luce visibile, ma hanno un elevato potere di penetrazione e possono passare attraverso il corpo umano.

Utilizzando strumenti e tecniche adeguate, i raggi X possono essere rilevati per produrre immagini delle strutture interne del corpo allo scopo di verificare la presenza di malattie o altri problemi.

I raggi X utilizzati nella diagnostica medica possono causare danni? Generalmente no, ma la preoccupazione deriva da esposizioni ripetute. Esami a dose relativamente alta, come la TC e le procedure interventistiche, hanno una probabilità più elevata di aumentare il rischio di cancro da radiazione.

Al di là dei numeri assoluti, però, quello che va sottolineato è che gli esami non sono tutti uguali. Una TC del torace, per esempio, rilascia una dose di radiazioni circa 400 volte più elevata rispetto a quella fornita da una semplice radiografia del torace, mentre sottoporsi a una TC dell’addome corrisponde a fare 500 lastre del torace e con un’angio-TC coronarica multistrato si sale a 750 (Commissione europea 2002). Inoltre tutte le più recenti evoluzioni, come la TC multistrato o quella total body, rilasciano dosi significativamente più elevate rispetto alle tecniche tradizionali.

Secondo la Health Protection Agency britannica una radiografia del torace comporta un rischio aggiuntivo di sviluppare un tumore fatale nel corso della vita di 1 su un milione, mentre per una singola TC del cranio si sale a 1 su 10.000 e se lo stesso esame è fatto all’addome il rischio aggiuntivo è di 1 su 2.000. Per un singolo esame di medicina nucleare come la scintigrafia, poi, il rischio sale a 1 su 500. 

Secondo Eugenio Picano, dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa, si dovrebbero evitare gli esami inappropriati, cioè gli accertamenti inutili che rappresentano una frazione tra il 30 e il 50 per cento di tutte le indagini con radiazioni ionizzanti effettuate ogni anno. «Gli esami inappropriati moltiplicano i costi, allungano le liste d’attesa e non migliorano, anzi tendenzialmente peggiorano, la qualità dell’assistenza».

Esami radiologici sì, ma con criterio. Alla radiografia, alla tomografia, alla PET, alla scintigrafia si ricorre sempre più spesso, anche quando non ce ne sarebbe un reale bisogno perché le informazioni che si vogliono ottenere potrebbero essere fornite da esami che non prevedono l’uso di radiazioni ionizzanti.

Occorre che la persona che deve essere sottoposta all’esame sia adeguatamente informata sui rischi che l’indagine proposta comporta e sulla possibilità di esami alternativi ugualmente efficaci. Insomma, se fosse messo a conoscenza del fatto che una TC dell’addome si associa a un rischio a lungo termine di un cancro fatale ogni 2.000 persone esposte, chi vorrebbe sottoporsi comunque all’esame o ripeterlo, se non fosse strettamente necessario?

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