Informazione o disinformazione?
A CHI CREDERE. Ed a farne le spese sono i cittadini. Peggio ancora quando la pseudoinformazione veicola subdoli annunci di allarmismo e di panico supportati da una selezione e interpretazione personale dei dati come nel caso del “China Study”.
Il Fatto alimentare del 14.11.2016 riporta due posizioni opposte sulla farina raffinata: il parere del prof. Berrino (epidemiologo) e del prof. Vittorio Krogh, direttore della Struttura complessa di Epidemiologia e Prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
“L’epidemiologo Franco Berrino intervistato in un servizio del programma “Piatti chiari” del 4 novembre 2016 dalla tv svizzera italiana, ha accusato la farina bianca di essere nociva e di favorire diverse patologie come il diabete e persino tumori.”
Il parere del prof. Vittorio Krogh, «la farina bianca non è un veleno, non è tossica e che i riferimenti ai suoi effetti tumorali non sono del tutto corretti, e che l’Istituto dei tumori di Milano sposa le tesi del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) e del Codice Europeo Contro il Cancro 2014. Le tesi raccomandano di mantenere una dieta sana basata prevalentemente su cereali integrali, legumi, verdura e frutta, ma senza accusare la farina bianca di colpe che non ha».
Dopo qualche settimana dell’articolo pubblicato sul Fatto Alimentare, il prof. Berrino ha fatto “una sostanziale marcia indietro” inviando una lettera nella quale tra l’altro afferma “…ammetto di aver usato spesso la parola “veleno” in riferimento alla farina 00, intesa come prototipo del cibo “spazzatura”, compiacendomi dell’effetto retorico, sempre specificando però che non si tratta di un veleno che uccide subito, con il primo boccone, bensì di un contributo all’insorgenza di gran parte delle patologie croniche che affliggono l’umanità.”
La risposta del prof. Vittorio Krogh alla lettera dell’epidemiologo è stata: “La nota di Berrino mi sembra una tipica “Straw man argumentation” con qualche “cherry picking”.