Covid-19, speranza in tre farmaci

A proposito del tocilizumab, farmaco prodotto per l’artrite reumatoide, si riporta parte di una conversazione con Anna Maria Porrini, direttore medico di Roche Italia, tratta dal sito https://formiche.net/2020/03/coronavirus-farmaco-roche/

Il 3 marzo la commissione sanitaria nazionale cinese ha rilasciato delle linee guida per il trattamento della polmonite in pazienti con Covid-19… la ragione per cui è stato usato è ben riportata su un articolo di recentissima pubblicazione, dove viene dimostrato come nei malati in forma avanzata vi è quella che viene definita una tempesta citochinica…”.

“…in questo caso (il riferimento è ai malati di Covid-19) il farmaco viene utilizzato non per la patologia per cui è indicato, quindi senza studi che dimostrino l’efficacia nel trattamento di questi pazienti.

Si tratterebbe di un utilizzo “off label” cioè “fuori indicazione” della/e patologia/e a cui il farmaco è destinato. I medici possono assumersi la responsabilità, in scienza e coscienza, come previsto da specifica normativa, di utilizzare un farmaco “off label”.

Il farmaco, che è un farmaco biotecnologico, agisce andando a bloccare il recettore della citochina interleuchina-6, impedendole di fare i suoi effetti. Nei pazienti affetti da forme gravi di Covid-19 è stato evidenziato proprio un eccesso di interleuchina-6…ma è fondamentale che le citochine siano in quantità equilibrata. Avere determinate citochine in eccesso può causare malattie autoimmuni, averne in difetto può crearne una carenza e generare suscettibilità a malattie infettive…”.

Interessante è l’affermazione del prof. Paolo Ascierto, presidente Fondazione melanoma e direttore dell’Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli: “L’esperienza più grande con questo farmaco ci viene proprio dalla cura dei tumori con l’immunoterapia. Quando noi stimoliamo molto il sistema immunitario per combattere il tumore, infatti, si provoca un effetto collaterale che è il distress respiratorio, molto simile a quello che vediamo con Covid-19. Anche qui c’è un eccesso di attivazione del sistema immunitario: tocilizumab riduce l’azione eccessiva e controproducente del sistema immunitario che provoca l’infiammazione degli alveoli polmonari. https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/coronavirus_ascierto_farmaco_anti_artrite_sperimentazione-5120333.html

Quanto appresso è riportato dal sito https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/coronavirus-diversi-i-farmaci-in-sperimentazione

Tocilizumab agisce bloccando la produzione dell’interleuchina-6, una potente molecola infiammatoria prodotta dal sistema immunitario in risposta all’infezione virale. Sperimentato a partire da inizio febbraio su 188 pazienti cinesi, in oltre 20 casi si sono ottenuti miglioramenti. Risultati parziali poiché la sperimentazione terminerà in maggio. Buone notizie su tocilizumab giungono anche dall’Italia.

Una delle prime molecole utilizzate nella lotta al coronavirus è un vecchio farmaco commercializzato dal primo dopoguerra. Si tratta della clorochina, un farmaco antimalarico. Oltre ad essere attiva per questa malattia, diverse ricerche hanno dimostrato che la clorochina ha un’attività antivirale, soprattutto con i retrovirus e i coronavirus. La peculiarità della clorochina è quella di impedire l’assemblaggio di alcune proteine virali inibendo il legame tra i diversi carboidrati presenti su queste strutture. Il risultato finale è la impossibilità per il virus di portare a termine la sua replicazione.

Nell’attuale pandemia la clorochina, in esperimenti in vitro, si è dimostrata efficace nell’impedire al coronavirus di infettare le cellule dell’ospite. Sperimentata nei malati cinesi, attraverso 15 sperimentazioni, la clorochina – secondo quanto riportato dai medici che l’hanno avuta in sperimentazione – ha portato ad un netto miglioramento della sintomatologia e nella riduzione del periodo di degenza. Risultati importanti ottenuti su 100 pazienti che fanno ben sperare per il futuro.

C’è anche remdesivir (Gilead). Si tratta di uno dei pochi farmaci per cui sussiste un’evidenza sperimentale di possibile efficacia, almeno in modelli di laboratorio, nei confronti dei coronavirus, per sperimentazioni fatte sul virus della Mers. Da oggi l’Italia parteciperà ai 2 studi di fase 3 per valutare l’efficacia e la sicurezza nei pazienti con Covid-19.

Print Friendly, PDF & Email
condividi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *