Non tutti sanno che il pesce…

…di grossa taglia (oltre 50 kg) dovrebbe essere limitato nell’alimentazione dalle donne incinte o in allattamento.

Il motivo è semplice: alcuni microrganismi acquatici trasformano il mercurio, presente nelle acque marine, in metilmercurio. Il livello di metilmercurio cresce nella catena alimentare (biomagnificazione): in altre parole, i pesci predatori hanno livelli più alti di contaminazione da metilmercurio perché si nutrono di molti pesci più piccoli che a loro volta si sono nutriti di piccoli crostacei contaminati. Quindi specie i predatori (spada, tonno, palombo, luccio, verdesca, squalo, marlin) nutrendosi di altri pesci presentano un accumulo maggiore dell’inquinante.

Recenti ricerche hanno confermato che il metilmercurio in gravidanza passa la placenta, la barriera cerebrale e cerebrospinale procurando al feto un ridotto sviluppo neurologico; durante l’allattamento viene escreto col latte materno ed assorbito dal neonato.

Ciò non vuole dire escludere il pesce dalla nostra alimentazione ma, come consiglia l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Authority, EFSA), imparare a consumarlo variando il più possibile le specie e le tipologie di pesce.

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