Zecche, utili informazioni per evitare paure
Le zecche sono artropodi, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo. l corpo, tondeggiante e il capo, non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue.
Le zecche sono diffuse in tutto il mondo e se ne conoscono circa 900 specie raggruppate in tre famiglie.
Le specie più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sia in Italia che in Europa sono Ixodes ricinus (la zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (la zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus.
L’attività delle zecche è strettamente legata ai valori di temperatura e umidità e in generale la loro attività si concentra nei mesi caldi. Le zecche non saltano e non volano sulle loro vittime, ma si appostano all’estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale o di un uomo.
Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza contenente principi anestetici. Generalmente rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.
Il morso della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori.
Alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche:
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indossare abiti chiari (rendono più facile l’individuazione delle zecche), coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare (meglio stivali), utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello;
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evitare di toccare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta;
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al termine dell’escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e rimuovere le zecche eventualmente presenti;
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trattare gli animali domestici (cani) con sostanze acaro repellenti prima dell’escursione;
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spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni.
Esistono in commercio repellenti per insetti (DEET, N-dietiltoluamide, icaridina, permetrina) e prodotti piretroidi da spruzzare sugli abiti.
Rimozione della zecca
Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.
La zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione; disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato. Evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla.
Se il rostro rimane all’interno della cute deve essere estratto con un ago sterile. Distruggere la zecca bruciandola. Dopo la rimozione effettuare la profilassi antitetanica; annotare la data di rimozione e osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione. Rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.
La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata, perché può mascherare eventuali segni di malattia e rendere più complicata la diagnosi. Nel caso in cui, per altre ragioni, fosse necessario iniziare un trattamento antibiotico, è opportuno impiegare farmaci di cui sia stata dimostrata l’efficacia sia nel trattamento delle rickettsiosi che delle borreliosi.
Tratto dal sito dell’ISS (Ist. Superiore Sanità) dove potere leggere la versione integrale.