Rosmarino e salvia utili si, ma…

ROSMARINO

Appartiene alla famiglia delle Lamiaceae (la stessa di origano, basilico, salvia, timo)

Il suo nome latino “ros marinus” deriva da ros (=rugiada) e maris (=mare), rugiada del mare, e richiama il legame tra il colore dei suoi fiori e il colore del mare.

Il suo uso è antichissimo, già in epoche antiche – presso gli Egizi, i Greci, i Romani e nel mondo arabo – il rosmarino era considerato una pianta dalle virtù speciali. Veniva infatti usato sia come ornamento da utilizzare per le cerimonie, sia come antisettico per purificare l’aria quando vi erano malattie epidemiche, specie la peste. Gli antichi Greci lo utilizzavano per stimolare la memoria e la concentrazione.

Il rosmarino è ricco di sostanze benefiche, quali calcio, ferro, vitamine del gruppo B, vit. A, vit. C, folati, una rilevante quantità di potassio e consistenti dosi di magnesio. 100 g di rosmarino apportano 131 Calorie.

Le foglie e i fiori del rosmarino costituiscono un’interessante fonte di composti fitochimici attivi, tra cui spiccano: composti fenolici e diterpeni (acido rosmarinico, acido carnosico, carnosolo), flavonoidi, tannini, salicilati, e pertanto quantità eccessive di rosmarino potrebbero causare irritazioni a stomaco e intestino. Inoltre, è consigliabile evitare il consumo di rosmarino quando si assumono supplementi di ferro.

SALVIA

La Salvia, molto conosciuta e utilizzata in cucina per insaporire le pietanze, è una pianta della famiglia delle Labiatae o Lamiaceae (la stessa di rosmarino, timo, basilico e origano), originaria di Medio Oriente e Mediterraneo. Anche se in Italia è presente in circa 20 specie, di cui 9 nel solo arco alpino, la più conosciuta e studiata è la Salvia Officinalis o Salvia comune.

Dal punto di vista nutrizionale la salvia è una buona fonte di antiossidanti, di vitamine e di minerali. In questa pianta sono presenti molti componenti biologicamente attivi, quali: acidi fenolici (acido caffeico e rosmarinico), flavonoidi (luteonina, apigenina,quercetina), monoterpeni, diterpeni, triterpeni (tujone, cineolo, acido carnosico).

La fama di questa pianta risale ai tempi degli Egizi e successivamente dei Greci e dei Romani. Questi ultimi, considerando la salvia una pianta sacra, per la sua raccolta ricorrevano ad un vero e proprio rituale indossando una tunica bianca, a piedi scalzi e lavati ed evitando di usare oggetti di ferro.

Nel Medioevo la salvia, insieme a rosmarino, timo e lavanda pare fosse utilizzata per preparare un infuso miracoloso (”aceto dei quattro ladri”), che si riteneva proteggesse dalla peste, fosse un potente afrodisiaco maschile e aumentasse la fertilità femminile.

Per la presenza del tujone, sostanza che può risultare tossica ad alte dosi, è bene non eccedere nelle quantità. L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) indica come dose massima giornaliera di thujone 5 mg e secondo quanto riportato dall’FDA, 12 gocce di olio essenziale sono considerate una dose tossica.

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