GRAPPA, distillato italiano unico al mondo

La grappa è un’acquavite unica al mondo ed esclusivamente italiana che si ricava dalle bucce degli acini d’uva separate dal mosto o dal vino al termine della fermentazione alcolica. La grappa ha il privilegio di essere ricavata dalla parte più aromatica dell’acino d’uva.

L’origine del termine nulla a che vedere con il Monte Grappa o Bassano del Grappa.

La denominazione di Grappa è riservata esclusivamente all’acquavite di vinaccia ottenuta da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia, distillate in impianti ubicati nel territorio nazionale.

Nella commercializzazione della grappa è prevista per legge una gradazione minima di 37,5% in volume (per le grappe a indicazione geografica è prevista una gradazione minima non inferiore a 40% in volume).

L’esatta temperatura di servizio dovrebbe essere per una grappa bianca di 8-10 °C, di 15 °C per quelle di medio invecchiamento e di 18 °C per le grappe che hanno lungamente riposato in tini di legno. Per la degustazione vengono generalmente utilizzati i bicchieri tulipe, per le grappe molto invecchiate si preferiscono i bicchieri da cognac, tipo balloon, più adatti per apprezzarne le caratteristiche organolettiche.

Il colore è dovuto alla cessione di componenti del legno a seguito di fenomeni chimico/fisici nella fase di invecchiamento, ma una maggiore colorazione non necessariamente è indice di maggior arricchimento organolettico.

L’invecchiamento del distillato risente delle caratteristiche del legno della botte con le conseguenti trasformazioni a carico del quadro aromatico conferendo sfumature di aromi e sapori che ingentiliscono, affinano e completano la grappa.

I legni più frequentemente impiegati per realizzare una botte sono il rovere, il frassino e il castagno. Molto meno diffusi, ma talvolta utilizzati, sono i legni di ciliegio, acacia e mandorlo.

I processi di lungo affinamento in legno avvengono, tradizionalmente, in grandi botti da invecchiamento, tipicamente in barrique. Con questo termine si indica una botte di origine francese, costruita in legno di rovere e con una capienza di 225 litri.

Le grappe che riposano in legno vengono classificate, a seconda del tempo di deposito, in grappe affinate in legno o grappe affinate in barriques, grappe invecchiate e grappe riserva.

La grappa viene posta nelle barriques per un periodo più o meno lungo. A seconda del periodo di tempo che rimane in deposito avremo quindi “grappa affinata in barriques” o “grappa invecchiata in barriques”.

Non si sa di preciso chi e quando iniziò a distillare le vinacce. Secondo una leggenda popolare fu un legionario romano (I secolo a.C.) che, essendo riuscito a trafugare dall’Egitto un impianto di distillazione denominato “Crisiopea di Cleopatra”, avesse iniziato a produrre il primo distillato di vinaccia dalle uve di un vigneto in Friuli.

Intorno all’anno Mille la Scuola Medica Salernitana codificò le regole della concentrazione dell’alcol attraverso la distillazione e ne prescrisse l’impiego per svariate patologie umane. Intorno al 1300-1400 venne sviluppato negli alambicchi un sistema refrigerante ad acqua efficace per la liquefazione dei vapori rendendo quantitativamente importante la produzione di acquavite.

La svolta nella preparazione della grappa si ebbe con l’invenzione della colonna di distillazione, preconizzata dal medico astrologo e mago Gian Battista Porta nel 1600 e messo a punto dal fiorentino Baglioni nel 1813, che consentiva a liquidi alcolici di essere concentrati in acquavite mediante una sola distillazione.

Le tipologie di grappe previste dalla legge sono:

grappa; grappa a denominazione geografica; grappa ottenuta da materie prime provenienti dalla produzione di vini DOCG, DOC e IGT; grappa a indicazione geografica; grappa di vitigno; grappa aromatica (contenente piante aromatiche o loro parti, frutta o loro parti); grappa invecchiata (invecchiata per almeno 12 mesi); grappa riserva (invecchiata per almeno 18 mesi).

Le tipologie previste dagli assaggiatori sono:

grappa giovane; grappa giovane aromatica; grappa affinata in legno; grappa affinata in legno aromatica; grappa invecchiata; grappa invecchiata aromatica; grappa aromatica (contenente piante o frutti).

Infine la differenza tra “brandy” e “grappa”.

La matrice comune ai due prodotti è l’uva. Il brandy si ricava dall’uva, che una volta giunta a maturazione, pigiata, aggiunta di lieviti selezionati è trasformata in vino. Il vino viene distillato e l’acquavite ottenuta, prima di essere classificata come brandy, deve subire un invecchiamento di almeno dodici mesi in botti di quercia. La grappa è un’acquavite, unica al mondo ed esclusivamente italiana, che si ricava dalle bucce degli acini d’uva (prodotta e vinificata in Italia), separate dal mosto o dal vino al termine della fermentazione alcolica, distillate direttamente mediante vapore acqueo oppure con l’aggiunta di acqua nell’alambicco, in impianti ubicati nel territorio nazionale. La grappa ha il privilegio di essere ricavata dalla parte più aromatica dell’acino d’uva, ma la vinaccia è una materia difficilissima da conservare e ostica da distillare. Contrariamente alle altre acquaviti che sono ottenute dalla distillazione di un liquido fermentato, la grappa nasce dalla distillazione di una materia solida risultando ricca di componenti aromatici e organolettici che la caratterizzano in quanto a profumo e sapore.

Se hai finito la cena con un bicchierino di grappa o altro alcolico, per evitare spiacevoli situazioni alla guida di mezzi di trasporto, puoi calcolare il tasso alcolemico al seguente link

https://www.viedellasalute.it/index.php/2017/09/20/alcol-e-guida-veicoli/

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