Covid-19, primi lavori pubblicati su NEJM

Si incominciano a rendere pubblici i risultati sulle sperimentazioni dei vaccini Covid-19.

Due recenti lavori pubblicati sul NEJM (New England Journal of Medicine), uno sulla Durabilità delle risposte dopo la vaccinazione con SARS-CoV-2 mRNA-1273”, pubblicato il 03 dicembre 2020, e un altro sulla Sicurezza ed efficacia del vaccino BNT162b2 mRNA Covid-19”, pubblicato il 10 dicembre 2020.

Nel primo studio si evidenzia che “Alla dose di 100 μg, mRNA-1273 ha prodotto alti livelli di anticorpi leganti e neutralizzanti che sono diminuiti leggermente nel tempo, come previsto, ma sono rimasti elevati in tutti i partecipanti 3 mesi dopo la vaccinazione di richiamo.

…questi risultati mostrano che, nonostante un leggero calo previsto nei titoli degli anticorpi leganti e neutralizzanti, mRNA-1273 ha il potenziale per fornire un’immunità umorale duratura. L’infezione naturale produce una longevità anticorpale variabile e può indurre risposte robuste delle cellule B della memoria nonostante la bassa attività neutralizzante del plasma. Sebbene la risposta cellulare della memoria all’mRNA-1273 non sia ancora definita, questo vaccino ha suscitato risposte T helper CD4 primarie di tipo-1 43 giorni dopo la prima vaccinazione, e sono in corso studi sui linfociti B indotti dal vaccino.

Per quanto riguarda il secondo studio, “Lo sviluppo di BNT162b2 è stato avviato il 10 gennaio 2020, quando la sequenza genetica SARS-CoV-2 è stata rilasciata dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie e diffusa a livello globale dall’iniziativa GISAID (Global Initiative on Sharing All Influenza Data)”.

Gli endpoint primari erano l’efficacia del vaccino contro il Covid-19 confermato in laboratorio e la sicurezza”. Si legge nel citato studio che “I risultati di studi condotti negli Stati Uniti e in Germania su uomini e donne sani hanno mostrato che due dosi da 30 μg di BNT162b2 hanno suscitato titoli anticorpali neutralizzanti SARS-CoV-2 elevati e solide risposte dei linfociti T CD8 + antigene-specifici e CD4 + di tipo Th1”.

E’ opportuno evidenziare che “Questo rapporto non affronta la prevenzione del Covid-19 in altre popolazioni, come adolescenti, bambini e donne in gravidanza.” ed inoltre “Questo studio e la sua relazione preliminare hanno diversi limiti. Con circa 19.000 partecipanti per gruppo nel sottogruppo di partecipanti con un tempo di follow-up mediano di 2 mesi dopo la seconda dose, lo studio ha più dell’83% di probabilità di rilevare almeno un evento avverso, se la vera incidenza è dello 0,01%, ma non è abbastanza grande per rilevare in modo affidabile eventi avversi meno comuni.

La lettura completa dei due lavori può essere fatta cliccando sul relativo titolo.

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