Covid-19, lineage B.1.1.7, mutazioni genetiche

Pubblicato un rapporto scientifico che segnala “il rilevamento di un cluster filogenetico distinto (denominato lineage B.1.1.7) che ha un numero insolitamente elevato di cambiamenti genetici.

  • La mutazione N501Y è uno dei sei residui di contatto chiave all’interno del dominio di legame del recettore (RBD) ed è stata identificata come una crescente affinità di legame con l’ACE2 umano e murino.
  • La delezione spike 69-70del è stata descritta nel contesto dell’evasione della risposta immunitaria umana, ma si è anche verificata un certo numero di volte in associazione con altri cambiamenti RBD.
  • La mutazione P681H è immediatamente adiacente al sito di scissione della furina, una posizione nota di significato biologico.

I due primi genomi campionati che appartengono alla linea B.1.1.7 sono stati raccolti il 20 settembre 2020 nel Kent e un altro il 21 settembre 2020 dalla Greater London. Al 15 dicembre, ci sono 1623 genomi nella linea B.1.1.7.

I ricercatori ipotizzano, e ribadiscono che è solo una ipotesi, che “l’infezione cronica abbia avuto un ruolo nelle origini della variante B.1.1.7”.

L’Oms ha annunciato che la nuova variante è stata individuata anche in Australia, Olanda e Danimarca (dove sono 9 al momento i casi registrati).

Anche in Italia soggetto positivo (donna italiana) a questa variante virale mentre il compagno è risultato positivo ma non a questa variante virale. I due provenivano dall’Inghilterra e dopo gli esami, eseguiti all’Ospedale militare del Celio, sono stati posti in isolamento domiciliare.

L’Ansa riporta le dichiarazioni di Giacomo Gorini, 31enne riminese ricercatore dello Jenner Institute dell’università di Oxford, che sta lavorando con AstraZeneca allo sviluppo e alla sperimentazione del vaccino contro il Covid-19. Il ricercatore spiega che “le informazioni che riceviamo da Oltremanica segnalano che questa variante non è più letale e che non porta ad una sintomatologia più grave. Si sospetta però che il virus si diffonda più facilmente, sebbene questa osservazione sia da confermare del tutto. La linea condivisa è che è ancora troppo presto per pensare che queste mutazioni potranno avere impatto sull’efficacia dei vaccini. Immagino che diversi scienziati siano già al lavoro per confrontare, ad esempio, il potere neutralizzante degli anticorpi di persone vaccinate contro il virus ‘normale’ e la nuova variante, per vedere se ci sono grossi cambiamenti. Penso che lo sapremo abbastanza a breve“.

Un’altra variante genetica è stata segnalata in Sudafrica.

Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale

Print Friendly, PDF & Email
condividi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *