CHIROPRATICA: qualche utile notizia

chiropratica

Il guaritore statunitense David Daniel Palmer introdusse la chiropratica alla fine dell’Ottocento (1890). Essa riguardava esclusivamente le articolazioni della colonna vertebrale dove le malposizioni possono generare dei disturbi locali e, in via riflessa, generali. Alle basi scientifiche dello statunitense Palmer si aggiunsero quelle di poco precedenti del dottor A. T. Still, fondatore della osteopatia, un’altra terapia manuale che riguarda allo stesso modo le articolazioni e i problemi delle ossa. David Daniel Palmer era detto anche “il guaritore magnetico”, egli era un commerciante che studiò una originale teoria fondata sulla “sublussazione vertebrale”. Il termine sublussazione vertebrale sta ad indicare la perturbazione funzionale del sistema locomotore malfunzionante per via del “blocco” .

David Daniel Palmer aveva il portiere del suo edificio che era sordo dall’età di 17 anni e ciò era dovuto a un brusco movimento durante il lavoro che gli fece “scricchiolare” la schiena. Il dottor D. D. Palmer, esaminando la schiena, notò che c’era una vertebra fuori posto in confronto alle altre. Con “tre spinte gentili” alla vertebra (l’una distante dalle altre), il portiere recuperò pian piano e totalmente il suo udito. Insomma con una correzione specifica manuale, si poteva restituire la salute. Fu così che D. D. Palmer fondò la sua nuova scienza, filosofia e arte basata sull’analisi dello strettissimo legame che intercorre tra la struttura della spina dorsale e il funzionamento del sistema nervoso.

Così vista la chiropratica in senso stretto, in senso generale bisogna parlare della chiroterapia che invece si può ritenere antica quanto l’uomo.

Infatti l’uomo da sempre ha avuto mal di testa, disturbi alla schiena, dolori alle gambe e alle braccia. Dunque i primi che parlarono di manipolazione delle vertebre furono proprio medici dell’Antichità sia Occidentale che Orientale. Si sono ritrovati manuali che parlavano di guarigioni attraverso le manipolazioni che appartengono a testi religiosi romani, greci, egizi, cinesi e indiani. Ippocrate e Galeno consigliavano le manipolazioni per curare i dolori vertebrali. Ippocrate nel V secolo a. C. le praticava in modo primitivo e successivamente anche Avicenna e Averroè. Anche in Messico e in Boemia la chiroterapia era una forma di cura molto praticata.

Cosa cura la chiropratica

La cura chiropratica si rivolge a coloro che soffrono di dolori vertebrali e di disturbi funzionali che si riferiscono all’apparato muscolo-scheletrico:

cefalee

nevralgie e nevriti

ischialgie

blocchi acuti articolari

lesioni sportive

vertigini

dolori alla schiena e alle spalle

danni ai dischi intravertebrali

disturbi all’articolazione dell’anca

cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, sciatica.

La diagnosi chiropratica

La diagnosi chiropratica ha una propria specificità: c’è un metodo diagnostico differenziale proprio della professione studiato e applicato per riuscire a scartare quelle malattie che non appartengono al campo della chiropratica e di individuare la presenza di sublussazioni vertebrali. Si tratta, insomma, di sapere identificare le perturbazioni disfunzionali proprie dell’unità articolare vertebrale e ciò è ottenuto mediante dei metodi complementari tra cui i principali sono:

amnesi

esame neurologico e ortopedico

tecniche di imaging: TAC, radiografia, ecc.

testing muscolare

termografia a infrarossi

riflessi osteo-tendinei

palpazione dinamica del movimento

palpazione statica dei tegumenti, delle articolazioni e dei muscoli

analisi biologiche complementari

EMG di superficie

analisi della postura e delle deformazioni.

Le conseguenze neurologiche delle sublussazioni sono di tipi neurologico e creano delle interferenze nervose che generano sintomi dolorosi o perturbazioni funzionali e anche organiche che si manifestano in un ulteriore aggravamento dello stato di salute in generale. Dopo la fase dell’analisi chiropratica e dell’applicazione dello specifico metodo diagnostico, il chiropratico interviene con la correzione delle sublussazioni secondo il protocollo di cure da seguire e mediante l’aggiustamento chiropratico (adjustment).

Dunque il chiropratico esegue l’aggiustamento ed esso si basa sull’applicazione puntuale e moderata della pressione della mano, detta impulso, che non è traumatizzante e viene effettuata sul segmento osteoarticolare interessato o sul trigger point neurologico (punti grilletto o di rilascio, ovvero di dolore miofasciale).

Vantaggi e consigli sulla chiropratica

I risultati dei trattamenti chiropratici sono uguali se non superiori (soprattutto in casi di lombalgie croniche) ai trattamenti farmacologici. Per questo in un confronto tra costi-beneficio la bilancia pende a favore della cura chiropratica. Inoltre essa garantisce una sicurezza indiscutibile nel proprio campo di applicazione e genera effetti secondari inferiori alle medicine comunemente prescritte: un esempio sono gli anti-infiammatori non steroidei (FANS).

L’unico limite della chiropratica ma che non dipende da questa riguarda gli incidenti causati dalle manipolazioni, detti proprio “incidenti dovuti alla chiropratica”. Tali incidenti avvengono quando s’improvvisano manipolazioni chiropratiche da parte di semplici dottori, fisioterapisti, massaggiatori, maestri di palestre, ecc. che non possiedono la formazione specifica di un chiropratico ma che in circostanze particolari come quelle di emergenza, tentano manipolazioni chiropratiche.

Le conseguenze post-manipolazione di un “incidente chiropratico” possono essere gravi fino alla necessità intervenire chirurgicamente per liberare il midollo spinale dorsale oppure per liberare il cono terminale di una radice del nervo sciatico trovatasi compressa da un’ernia del disco post-manipolazione.

Print Friendly, PDF & Email
condividi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *