L’acqua e le sue proprietà

L’acqua, elemento indispensabile per la vita, è uno dei composti più diffusi in natura. Nota chimicamente come H2O, dovrebbe essere un gas ma esiste in forma solida, liquida o di vapore; bolle a 100 °C, congela a 0°C (acqua distillata) aumentando di volume e a 4 °C ha la massima densità. La quantità e la qualità degli elettroliti (sali) disciolti nell’acqua contribuiscono a determinarne le caratteristiche con conseguenze sull’organismo umano. Infatti acque a bassissimo contenuto salino (ipotoniche) hanno effetto diuretico, mentre quelle ricche di sali (ipertoniche) richiamano acqua nell’intestino provocando una scarica alvina. Ovviamente tra questi due estremi di acque ne esistono altre con caratteristiche differenziate dal contenuto di sali.

Probabilmente qualche lettore si sta chiedendo la ragione di questa varietà. La risposta sta nelle differenze geologiche. Per meglio capire facciamo riferimento al ciclo naturale dell’acqua la quale evaporando dai mari forma le nubi, da queste ritorna al suolo o al mare sotto forma di pioggia o neve o grandine. Una minima parte dell’acqua meteorica attraversa gli strati permeabili del terreno andando a costituire le falde acquifere. In questo suo percorso, in relazione alla velocità di scorrimento, alla composizione e temperatura delle rocce, alla profondità di scorrimento, l’acqua acquista le caratteristiche che diversificano le varie sorgenti.

La distinzione delle acque, a fini terapeutici, tiene conto delle varie caratteristiche e le più importanti sono:

  • temperatura,
  • punto di congelamento,
  • residuo fisso (RF) a 180 °C,
  • concentrazione ionica prevalente (determina la denominazione dell’acqua in base agli ioni più rappresentativi),
  • caratteristiche peculiari (determina la denominazione dell’acqua in base alla concentrazione di particolari costituenti),
  • attività biologica.

Considerando la temperatura alla scaturigine le acque possono essere: fredde (sotto i 20 °C), ipotermali (tra 20 e 30 °C), termali (tra 30 e 40 °C), ipertermali (oltre i 40 °C).

La differente presenza di soluti (sostanze sciolte nell’acqua) condiziona il punto di congelamento dell’acqua; più cresce la quantità di soluti più si abbassa la temperatura di congelamento. Esempio classico l’acqua “dolce” di fiumi e laghi congela prima dell’acqua “salata” del mare. Si è dovuto fare riferimento ad un indice: abbassamento crioscopico, indicato con la lettera Δ, il punto di congelamento delle soluzioni saline rispetto all’acqua distillata. Come riferimento si è preso il congelamento del siero di sangue che è Δ = -0,56 °C. Pertanto le acque con Δ tra -0,55 e -0,58 °C sono isotoniche, con Δ tra 0 e -0,55 °C sono ipotoniche, con Δ inferiore a -0,58 °C sono ipertoniche.

Il residuo fisso, espresso in mg/L, indica la quantità di sostanza solida perfettamente secca che rimane dopo aver fatto evaporare in una capsula di platino, previamente tarata, una quantità nota di acqua precedentemente filtrata. In base al suo valore si distinguono:

acque meteoriche (o minimamente mineralizzate): compreso tra 10 e 80 mg/L

acque oligominerali: compreso tra 80 e 200 mg/L

acque mediominerali: compreso tra 200 e 1.000 mg/L

acque minerali (o ricche di sali minerali): superiore a 1.000 mg/L.

Esistono poi altre categorie, legate alla concentrazione di specifici sali minerali:

bicarbonata, se il bicarbonato è superiore a 600 mg/l;

solfata, se i solfati sono superiori a 200 mg/l;

clorurata, se il cloruro è superiore a 200 mg/l;

calcica, se il calcio è superiore a 150 mg/l;

magnesiaca, se il magnesio è superiore a 50 mg/l;

fluorata, se il fluoro è superiore a 1 mg/l;

ferruginosa, se il ferro bivalente è superiore a 1 mg/l;

acidula, se l’anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l;

sodica, se il sodio è superiore a 200 mg/l;

indicata per le diete povere di sodio, se il sodio è inferiore a 20 mg/l;

Infine, considerando una ben precisa attività farmacologica svolta, le acque possono essere: diuretiche, purgative, antiflogistiche, ricostituenti.

Con il termine di «acque destinate al consumo umano» si intendono le acque trattate o non trattate, di uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, fornite tramite una rete di distribuzione oppure mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori.

Sono, invece, escluse le acque minerali naturali in quanto soggette ad una specifica normativa.

Il fabbisogno quotidiano di acqua per l’organismo umano varia in dipendenza di vari fattori.

Al link http://www.salute.gov.it/portale/p5_1_1.jsp?lingua=italiano&id=198 potete trovare le risposte ad alcuni quesiti relativi alle acque destinate al consumo umano.

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