Covid-19, quindici giorni di silenzio per…

QUALE SARA’ IL COSTO DEL SILENZIO?

Quanto appresso è tratto da un articolo di Enzo Reale del 2 Marzo 2020 pubblicato sul sito Atlantico. 

Quel che sappiamo sui primi passi dell’epidemia che sta sconvolgendo il pianeta lo dobbiamo soprattutto a un quotidiano di Hong Kong e a un sito di informazione di Pechino. 

Il primo è lo storico South China Morning Post (SCMP), che il 27 febbraio ha pubblicato un dettagliato resoconto della diffusione del Covid-19, frutto del lavoro di cinque reporters inviati a Wuhan dal 3 al 23 gennaio. 

Il secondo è una piattaforma digitale di carattere economico che si sta accreditando come la fonte più autorevole per conoscere dall’interno l’evoluzione della crisi sanitaria in corso: si chiama Caixin Global e i suoi aggiornamenti in tempo reale sono ormai diventati un riferimento a livello internazionale. 

La ricostruzione della catena di eventi, azioni ed omissioni che hanno determinato la propagazione del virus dalla Cina al resto del mondo è un fattore centrale non solo dal punto di vista sanitario ma anche da quello politico. Assume quindi una speciale rilevanza l’articolo che il Caixin ha pubblicato pochi giorni fa, il cui titolo recita: 

Come sono stati individuati, trasmessi e occultati i primi indizi di un virus simile alla SARS“. 

In patria la versione online è durata poche ore, finché la polizia di Internet l’ha fatta rimuovere dal sito: ma alcuni utenti hanno avuto il tempo di salvarne una copia e di diffonderla in rete. 

I passaggi fondamentali della vicenda, secondo la ricostruzione dell’articolo (occhio alle date).

  • 15 dicembreLa prima notizia di un potenziale caso di polmonite atipica: un 65enne che lavora al mercato del pesce di Wuhan accusa sintomi di febbre alta e indisposizione.

  • 18 dicembreIl soggetto è ricoverato in ospedale, trattato con antibiotici ma senza esito.
  • 24 dicembre – Un campione del suo fluido polmonare è inviato al Guangzhou Weiyuan Gene Technology Lab., che comincia a lavorare sulla sequenza genetica del virus.

  • 27 dicembre – Il laboratorio contatta l’ospedale di Wuhan e comunica che si tratta di un nuovo coronavirus, di cui ricava un genoma quasi completo, senza peraltro rilasciare un report ufficiale.

  • Prima della fine di dicembre l’ospedale di Wuhan raccoglie almeno nove campioni da altrettanti pazienti con polmonite e li manda a differenti laboratori.

  • 30 dicembre – il Beijing Boao Medical Laboratory informa che i test confermano che si tratta di un virus della famiglia della SARS. Tecnicamente è un errore, come si scoprirà più avanti, ma il richiamo alla nota malattia mette in allarme lo staff medico di Wuhan. È in base a questa informazione che Li Wenliang, un oftalmologo dello stesso ospedale, pubblica attraverso la piattaforma WeChat la notizia secondo cui “ci sono sette casi confermati di SARS provenienti dal mercato del pesce della città e attualmente in isolamento”.

  • Tra l’1 e il 3 gennaio il Beijing Boao Medical Laboratory completa l’intera sequenza del virus. Ancora una volta la scoperta non viene annunciata pubblicamente. Sono giorni decisivi per la prevenzione del contagio ma ufficialmente non esistono ancora informazioni sulla malattia. Lo stesso giorno il professor Zhang Yongzhen del Shanghai Public Health Clinical Center riceve i campioni.

  • 3 gennaio Dagli uffici del Ministero della sanità (da Pechino, quindi) arrivano direttive vincolanti sull’utilizzo dei campioni: nessun invio ai laboratori senza autorizzazione degli organismi centrali, soppressione immediata di quelli esistenti, divieto di pubblicazione di qualsiasi informazione su test e attività sperimentali.

  • 5 gennaioIl professor Zhang Yongzhen del Shanghai Public Health Clinical Center conferma i risultati già ottenuti da altri laboratori, aggiungendo due elementi fondamentali: si tratta di un virus mai visto prima ed è trasmissibile attraverso le vie respiratorie. Zhang Yongzhen comunica i risultati alle autorità sanitarie competenti di Shanghai e raccomanda che vengano adottate misure di prevenzione pubbliche.

  • 11 gennaioZhang Yongzhen decide di pubblicare autonomamente il genoma del virus nel database della GenBank e sul sito della GISAID Initiative. Per la prima volta l’informazione è condivisa a livello mondiale. La stessa sera Pechino annuncia finalmente che le informazioni sul coronavirus saranno inviate all’Organizzazione Mondiale della Sanità.

  • 12 gennaioIl laboratorio del professor Zhang Yongzhen viene chiuso per “rettifiche” e, ad oggi, non è stato riaperto. 

Questa la cronistoria di 15 giorni in cui sia la popolazione cinese che la comunità internazionale sono state tenute all’oscuro dal governo di Pechino dell’esistenza, delle caratteristiche e del pericolo di diffusione del nuovo coronavirus, contribuendo probabilmente a trasformare un problema locale in fenomeno globale.

Fonte –  http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/coronavirus-cronaca-di-un-insabbiamento-un-manipolo-di-giornalisti-coraggiosi-inchioda-pechino/

Oggi 02 aprile 2020 conosciamo solo in parte il “peso” (umano, sanitario, economico) di questo assurdo silenzio che graverà sul mondo. 

Situazione internazionale 

(Ultimi dati OMS. Fonte: Health Emergency Dashboard, 1 Aprile, ore 18

827.419 casi confermati nel mondo (205 Paesi o regioni) dall’inizio dell’epidemia 

40.777 morti 

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5338&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto

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