Alloro, pianta sacra ad Apollo

L’alloro (Laurus nobilis) è una pianta aromatica della quale si utilizzano prevalentemente le foglie. Il Laurus nobilis è una specie appartenente alla famiglia delle Lauraceae che si ritiene provenire dall’Asia Minore, da non confondere con il lauroceraso (Prunus laurocerasus) che, in caso di ingestione accidentale, è tossico per l’uomo e per gli animali domestici, a causa dell’alta concentrazione di acido cianidrico.

Già Greci e Romani sfruttavano l’alloro per le spiccate proprietà benefiche che lo hanno reso celebre nei secoli come pianta della salute dalle molteplici applicazioni.

L’alloro nell’Antica Grecia era associato ad Apollo (dio della musica e delle arti), con il mito di Dafne, ninfa della quale si era invaghito e la quale non volendo corrispondere all’amore del dio chiese aiuto a Madre Terra che, per salvarla, la trasformò in una pianta di Alloro. Da quel momento questa pianta divenne sacra ad Apollo ed è per questo che le sue foglie adornano le teste di letterati e artisti greci e latini, diventando simbolo di cultura e conoscenza.

Nel mondo romano divenne simbolo di gloria militare e veniva posta sul capo del generale trionfante nel momento dell’acclamazione a imperatore.

Sempre dal mondo latino, viene l’origine della parola “laurea”: la corona di alloro era infatti detta laurus o laurea, che indicava anche la pianta di lauro.

Grazie alla presenza dell’acido laurico, l’infuso di alloro è consigliato in caso di dolori di stomaco, coliche e dolori intestinali.

Dal punto di vista nutrizionale, le foglie di alloro sono una fonte di vitamina C, di acido folico, di vitamina A e di vitamine del gruppo B. Inoltre apportano potassio, calcio, fosforo, magnesio, ferro e rame.

Le foglie non sono commestibili ma possono essere utilizzate sia fresche (hanno un sapore più deciso) che essiccate sotto forma di infusi, oli, decotti. Inoltre vengono impiegate anche in cucina perché conferiscono ai cibi un aroma inconfondibile e favoriscono la digeribilità dei legumi.

L’alloro, grazie all’enorme uso che ne fa la cucina tradizionale siciliana, è stato inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.).

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