Omeopatia… bugie e silenzi complici
La Fondazione Gimbe afferma “senza indugi” che “i prodotti omeopatici non sono efficaci per curare nessuna malattia e, come tali, non sono integrativi né tanto meno alternativi ai trattamenti di provata efficacia. I medici che li prescrivono illudono i pazienti – attacca – grazie al complice silenzio-assenso di Ordini professionali e Istituzioni” citando il “verdetto impietoso” pubblicato nel 2015 dal National Health Medical Research Council australiano, dopo una revisione sistematica indipendente: “Non esiste alcuna patologia in cui sia provata l’efficacia dell’omeopatia“.
Ricorda inoltre la Fondazione Gimbe che “negli Usa, nel novembre 2016, l’agenzia di tutela dei consumatori Federal Trade Commission ha imposto di indicare sulle confezioni di prodotti omeopatici che non esiste alcuna prova della loro efficacia“, in Italia, “fatta eccezione per illustri scienziati come Silvio Garattini o autorevoli giornalisti come Piero Angela che hanno sempre espresso pubblicamente il loro scetticismo nei confronti dell’omeopatia – osserva la Fondazione Gimbe – le Istituzioni pubbliche e la Federazione nazionale degli Ordini dei medici non hanno mai osato prendere rigorose posizioni in merito”.
Il Comitato nazionale di bioetica ha pubblicato la ‘Dichiarazione sull’etichettatura dei preparati omeopatici e sulla trasparenza dell’informazione’, chiedendo che il termine “medicinale” sia sostituito dal termine “preparato” e che la frase “medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate” sia modificata dunque in “preparato omeopatico di efficacia non convalidata scientificamente e senza indicazioni terapeutiche approvate”.
Secondo la direttiva 2001/83/CE, recepita con il Dl 24 aprile 2006 n.219, le aziende produttrici che entro il 30 giugno 2017 non avranno presentato all’Agenzia italiana del farmaco la documentazione necessaria per ottenere l’Autorizzazione all’immissione in commercio dei loro prodotti, dovranno ritirarli dal mercato entro la fine di giugno del 2018.