Drunkoressia, una insidia per i giovani
Un fenomeno che da oltre dieci anni serpeggia fra i giovani, specie di sesso femminile, che da disordine alimentare è ora considerato una malattia denominata dagli americani: drunkoressia (“drunk” in inglese, viene tradotto con “ubriaco”). Gli esperti di disordini alimentari hanno creato nuovi termini per definire le varie forme attraverso le quali il disagio dinnanzi al cibo diviene malattia: la “ortoressia”, ad esempio, in cui l’ossessione maniacale per gli alimenti sani porta rapidamente a smettere di mangiare. La “manoressia” (da “man”, uomo) è invece un tipo di anoressia maschile.
Dai campus statunitensi la drunkoressia, considerata una variante dell’anoressia, si è diffusa tra i giovani di varie nazionalità, prevalentemente nella fascia di età tra i 16 e i 24 anni, i quali scelgono di astenersi volontariamente dal cibo per prepararsi agli aperitivi e sballi notturni senza correre troppi rischi per la linea.
A favorire lo sviluppo di questa moda sono stati anche i nuovi modelli del bere giovanile. Primo fra tutti il “binge drinking“, la tendenza a bere a ritmi compulsivi ed in poche ore più alcolici insieme (birra, breezer, alcool, superalcolici), visti come mezzo facile per favorire le capacità di relazione, grazie ad una maggiore disinibizione, loquacità, euforia e farsi accettare dal gruppo.
Chi soffre di drunkoressia prova generalmente un senso di disagio, di insicurezza e di difficoltà nel relazionarsi con gli altri. Il consumo di alcool è anche frequente in chi soffre di anoressia e bulimia, spesso per rimediare al senso di colpa di aver mangiato troppo.
I rischi ed i possibili danni non mancano, come spiega Emanuele Scafato, dell’Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS, “assumere zuccheri attraverso l’alcol per procurarsi senso di sazietà significa apportare all’organismo calorie prive di qualsiasi valore nutrizionale.” L’alcool in assenza di cibo viene assorbito rapidamente ed entra in circolo più velocemente con ovvie conseguenze sulla sua metabolizzazione e stress epatico, specie per la donna che ha tempi di trasformazione dell’alcol più lunghi.
La drunkoressia può portare a delle conseguenze sia fisiche che psicologiche, quali osteoporosi, disturbi a carico dei reni, problemi neurologici, malattie cardiovascolari, problemi al cavo orale e ai denti, amenorrea, ulcera all’esofago, disturbi gastrointestinali, patologie del fegato, tremori, disturbi del sonno, disturbi sessuali, ansia. sintomi depressivi e ossessivo-compulsivi, irritabilità, stress, problemi nello sviluppo psicofisico.
Il trattamento per la drunkoressia comprende la psicoterapia individuale, ma anche quella di gruppo. Particolarmente indicata è la psicoterapia cognitivo-comportamentale, per indagare le cause profonde del problema e per ristabilire i comportamenti corretti.
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