Climaterio e menopausa
Un periodo particolare della vita della donna è il climaterio, nel corso del quale si susseguono profondi mutamenti ormonali che coinvolgono il soggetto sia dal punto di vista fisico che psichico.
Si riporta una sintesi dell’articolo realizzato dal dott. Giorgio Secreto, direttore dell’Unita’ di Endocrinologia dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, clinico e ricercatore che da più di 30 anni studia i rapporti fra ormoni e tumori della mammella umana, con particolare riferimento al ruolo degli androgeni. Il dott. Secreto ha pubblicato sull’argomento oltre 70 lavori in riviste scientifiche internazionali.
“Il termine menopausa indica letteralmente la permanente interruzione delle cicliche perdite mestruali che caratterizzano l’età fertile della donna. In condizioni normali, la menopausa è dovuta alla perdita di attività dell’ovaio, o meglio della sua struttura funzionalmente più importante, il follicolo ovarico, deputato alla sintesi degli ormoni femminili ed al mantenimento della cellula uovo.
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L’età media della menopausa spontanea si aggira intorno ai 51 anni ed è in gran parte predeterminata geneticamente anche se fattori etnici, famigliari ed ambientali possono in qualche modo condizionarne la comparsa.
La menopausa è l’evento che più di ogni altro caratterizza il climaterio femminile, quel periodo di passaggio dalla ciclica produzione di ormoni ovarici alla completa cessazione di ogni attività del follicolo ovarico, che va dai 45-50 anni ai 55-60 anni.
Durante il periodo del climaterio le donne vanno incontro a profondi mutamenti endocrini, somatici e psichici, ….
Modificazioni del quadro ormonale in menopausa
Prima della menopausa, ad ogni ciclo mestruale molte migliaia di follicoli ovarici iniziano un viaggio dal centro dell’ovaio verso la superficie. Durante questo tragitto producono enormi quantità di ormoni femminili (estrogeni), che stimolano la crescita dell’endometrio, la parte interna dell’utero che viene eliminata ogni mese con la mestruazione, ed inducono le tipiche modificazioni cicliche della mammella.
Uno solo dei follicoli raggiungerà la superficie dell’ovaio ed espellerà la cellula uovo che sarà catturata dalle tube uterine e spinta fino nella cavità dell’utero. Il follicolo che ha ovulato si trasforma in corpo luteo, una struttura deputata alla produzione soprattutto di progesterone, l’ormone che prepara l’utero alla gravidanza.
Se la gravidanza non è intervenuta, la produzione ormonale del corpo luteo si interrompe, compare la mestruazione e ricomincia un nuovo ciclo mestruale. L’esaurimento della funzione dei follicoli ovarici, che prelude alla menopausa, non è un evento improvviso ma si instaura lentamente nel tempo. Durante questo processo, il numero dei follicoli ovarici diminuisce progressivamente e si riduce di conseguenza la produzione ovarica degli ormoni femminili, estrogeni e progesterone.
Cominciano a manifestarsi e a rendersi sempre più accentuate le irregolarità nella comparsa delle mestruazioni.
Le irregolarità mestruali sono il segno più evidente di questo periodo di transizione tra l’età fertile e la perdita completa della capacità riproduttiva della donna, definito con il termine di perimenopausa che può durare da alcuni mesi a qualche anno.
Accanto alle irregolarità mestruali possono manifestarsi altri segni premonitori della prossima menopausa come vampate di calore, sudorazioni, insonnia. Con la scomparsa dei follicoli ovarici ha inizio la menopausa vera e propria.
La prima conseguenza della deplezione dei follicoli ovarici è la brusca caduta dei livelli circolanti degli estrogeni ed il venir meno della ciclica produzione di progesterone che si mantiene costantemente a bassi livelli.
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La funzione ovarica è regolata dall’ipofisi, una ghiandola endocrina situata nel cranio, attraverso la sintesi di due ormoni chiamati gonadotropine: l’ormone follicolo-stimolante (FSH), che stimola la crescita dei follicoli e la produzione di estrogeni, e l’ormone luteinizzante (LH) che favorisce l’ovulazione e la produzione di progesterone nel follicolo che ha ovulato.
… La caduta degli estrogeni in menopausa comporta il venir meno del controllo da parte dell’ipofisi che tenta di ripristinare normali livelli di estrogeni aumentando la produzione di gonadotropine.
Ne consegue che in menopausa i livelli circolanti di FSH sono dieci volte più alti e quelli di LH tre volte più alti rispetto alla premenopausa. ….
I disturbi della menopausa
Sarebbe forse più corretto parlare di disturbi del climaterio perché alcuni di essi cominciano a manifestarsi già prima della fine delle mestruazioni mentre altri possono comparire a distanza di anni dalla menopausa.
Nella maggior parte delle donne la ridotta produzione di estrogeni è accompagnata da reazioni vasomotorie (vampate di calore, sudorazioni), insonnia, sbalzi d’umore, cambiamenti nella composizione delle mucose (secchezza vaginale, infezioni della vescica urinaria), modificazioni corporee (riduzione della massa muscolare, aumento del grasso corporeo con accumulo prevalentemente all’addome).
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Anche se nel descrivere i disturbi si pone ovviamente l’accento sugli aspetti “patologici” della menopausa è bene ricordare che non tutte le donne presentano i sintomi descritti e che molti di questi disturbi compaiono in maniera sfumata e sono ben tollerati.
La terapia ormonale sostitutiva in menopausa
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Non vi è dubbio che sia molto diffusa l’idea di menopausa-malattia, per cui molti medici ritengono obbligatorio intervenire e molte donne ritengono necessario un supporto medico.
La menopausa non è un’esperienza vissuta allo stesso modo da tutte le donne. Il contesto sociale e culturale in cui essa si manifesta e in senso più lato l’ambiente nel quale la donna vive rivestono un ruolo importante nel modularne gli effetti. Per molte donne la menopausa non rappresenta un’esperienza traumatica e spesso decorre senza gravi disturbi.
La necessità di un intervento medico per i sintomi precoci della menopausa è limitata ad un numero relativamente ristretto di soggetti.
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Scopo della terapia ormonale sostitutiva è quello di ripristinare i livelli di estrogeni che erano presenti prima della menopausa.
Il trattamento con soli estrogeni può essere effettuato solo nelle donne isterectomizzate, mentre nelle donne in cui l’utero è presente gli estrogeni devono essere somministrati in associazione con i progestinici per evitare un’eccessiva stimolazione sull’endometrio.
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Controindicazioni assolute all’uso della terapia sono rappresentate da un pregresso carcinoma della mammella o dell’endometrio, da una familiarità per tumore mammario che comprenda almeno 2 parenti di primo grado, da gravi epatopatie (malattie del fegato), da pregresse patologie vascolari. ….
Considerazioni conclusive sulla terapia ormonale sostitutiva
I risultati di questi grandi studi prospettici hanno condotto alla conclusione che la terapia ormonale sostitutiva in menopausa:
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va proposta solo al bisogno per i disturbi immediati della menopausa (vampate, secchezza vaginale, ecc.);
- va somministrata alle minime dosi efficaci e per il minor tempo possibile;
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l’estrogeno da solo non è pericoloso per il cancro della mammella, o lo è molto meno rispetto ai preparati estro – progestinici. Va somministrato soltanto alle donne prive di utero;
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nelle donne non isterectomizzate è meglio usare Estrogeno + Progesterone naturale rispetto a Estrogeno + Progestinico. Fra i progestinici meglio il progesterone naturale rispetto ai derivati del progesterone e del testosterone;
- è, almeno per il momento sconsigliabile l’uso di preparati a base di estrogeni + androgeni;
- non è indicata per la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie;
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resta l’indicazione per la prevenzione delle fratture da osteoporosi nei soggetti particolarmente a rischio.
Possibili alternative alla terapia ormonale sostitutiva
Accanto alle donne nelle quali la classica terapia ormonale sostitutiva è controindicata o sconsigliabile, ve ne sono altre che non tollerano i trattamenti ormonali, e altre ancora che li hanno sospesi su consiglio medico dopo 5 o più anni di terapia.
Infine, molte donne non desiderano semplicemente assumere ormoni, ritenendo la menopausa un evento naturale della vita, ed essendo disposte a tollerare qualche fastidio piuttosto che assume re farmaci con effetti collaterali potenzialmente dannosi.
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Un ruolo sicuramente importante nel campo delle terapie alternative è rappresentato dai principi attivi presenti nelle piante (fitofarmaci), che possono essere assunti con la dieta o come estratti (integratori alimentari).
Fra questi, i fitoestrogeni sono stati molto studiati per i loro potenziali benefici effetti sulla salute e meritano una breve descrizione.
I fitoestrogeni sono una vasta classe di sostanze non steroidee di origine vegetale, presenti in numerose piante comunemente usate nell’alimentazione e in grado di mimare effetti sia estrogenici che antiestrogenici, per la loro struttura chimica simile a quella degli estrogeni endogeni. Ai fitoestrogeni sono stati riconosciuti effetti benefici sulla salute, ed è stato suggerito che il consumo di diete ricche in queste sostanze, tipiche delle popolazioni orientali, eserciti effetti favorevoli sui sintomi della menopausa, ….
Oggi sono disponibili prodotti commerciali caratterizzati dall’alto contenuto in isoflavoni, che possono essere utilizzati semplificando enormemente le difficoltà connesse con un profondo cambiamento della dieta.
Ovviamente, i prodotti commerciali, prevalentemente rappresentati da estratti della soia, variano molto fra loro per tipo e concentrazione di fitoestrogeni e dei diversi metodi di estrazione che ne possono ridurre l’efficacia. Inoltre, i preparati del commercio non contengono abitualmente i lignani, presenti invece nella dieta, che concorrono con gli isoflavoni agli effetti positivi sulla salute.
A conclusione di questo argomento può essere utile proporre un decalogo di suggerimenti generali da seguire per vivere meglio il periodo di transizione menopausale e per aiutare il nostro organismo ad affrontare la vecchiaia al meglio delle proprie potenzialità.
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Mangiare nel modo più vario possibile in appropriata quantità. Frutta e verdure di stagione in abbondanza, con l’avvertenza di evitare un eccessivo apporto calorico con la frutta. Grano e cereali anche tutti i giorni usando però prodotti non raffinati che sono ricchi in fibre e in minerali. Prodotti caseari in quantità modesta e preferendo prodotti a ridotto contenuto di grassi. Proteine in discreta quantità soprattutto legumi, pesce, pollame e solo saltuariamente carne rossa;
- Raggiungere e mantenere un peso corporeo adeguato;
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Usare i grassi in quantità limitata. Ripulire accuratamente il pollame e la carne da tutto il grasso visibile prima di cucinarli;
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Ridurre il consumo di cibi ricchi di colesterolo in particolare le frattaglie, burro, latte intero, formaggi grassi, rosso d’uovo;
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Aumentare l’apporto di fibre (almeno 30 g al giorno) facendo ampio consumo di frutta, verdure e cereali non raffinati. L’aumento del consumo di fibre è meglio che sia graduale e non improvviso per evitare la spiacevole insorgenza di crampi addominali. Bere molta acqua;
- Minimizzare il consumo di cibi affumicati o trattati con nitrati o conservati sotto sale;
- Evitare l’uso di cibi troppo salati o zuccherati;
- Fare un uso moderato di alcolici. Non più di un bicchiere di vino ai pasti;
- Non assumere più di 2 tazzine di caffè al giorno;
- Svolgere ogni giorno una regolare attività fisica.”
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