Integratori: usarli nel modo corretto per scongiurare i rischi

C’è un mercato di 3,5 miliardi di euro che, in aumento da decenni, non ha risentito nemmeno della crisi del 2008. 256 milioni di confezioni vendute tra farmacie (83%), parafarmacie e supermercati. I dati si riferiscono al periodo commerciale marzo 2018-marzo 2019 degli “integratori”.

La denominazione “integratori alimentari”, come riportato nelle stesse confezioni, indica che questi prodotti servono per “integrare” una possibile, quanto rara, carenza di qualche nutriente nell’alimentazione.

Dato da tenere presente è che gli integratori non necessitano di un iter sperimentale specifico e delle autorizzazioni previste per i farmaci. Ovvio dunque il percorso più breve per raggiungere il consumatore.

Pur non avendo effetti “curativi”, ogni integratore contiene sostanze utili per scopi specifici, ma essendo equiparati agli alimenti le persone li acquistano e li utilizzano con l’errata convinzione che non possano avere effetti negativi.

Significativo è l’esempio citato dal dott. Michele Sculati, medico, specialista in scienza dell’alimentazione, dottore di ricerca in sanità pubblica: “Alcuni (integratori) sono certamente utili in determinate condizioni, alcuni superflui, altri esercitano prevalentemente un effetto placebo, altri ancora hanno un effetto analogo ai farmaci, con la differenza che sono estratti dalle piante. La monacolina k, per esempio, utilizzata per il controllo del colesterolo e contenuta negli integratori a base di riso rosso fermentato, è chimicamente uguale a una statina, la lovastatina. Assumere un integratore di monacolina k è come prendere una statina a basso dosaggio. La percezione comune è che il riso rosso fermentato sia un prodotto naturale e quindi quella contenuta negli integratori dia meno problemi di una statina, mentre presenta i medesimi pro e contro”.(Ilfattoalimentare.it)

Proprio per questo il sito del ministero della Salute raccomanda grande attenzione, evidenziando fra l’altro che è necessario un attento dosaggio “per limitare possibili controindicazioni o addirittura danni alla salutee specifica che l’etichetta “non può contenere diciture che inducano il consumatore a pensare a una cura miracolosa, né al fatto che l’integratore sia essenziale e necessario anche in presenza di una dieta equilibrata e variata.”

Un apporto consistente è utile quando è necessario coprire una carenza, ma può essere pericoloso se i nutrienti sono in eccesso. Ad esempio, anche la vitamina C, ingerita in quantità esagerata, potrebbe essere dannosa al nostro organismo. (Vedesi link al National Institute of Health)

Certo è che i benefici scientificamente dimostrati di una dieta sana sono di gran lunga superiori a quelli che possiamo avere da qualsiasi integratore.

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