Ciliegie, una tira l’altra ma…

Si dice che una tira l’altra, ma … senza esagerare. Il riferimento è alle ciliegie o ciliege? Per rispondere al quesito sul termine più corretto ci facciamo aiutare della “Treccani” secondo la quale è corretto il primo dei due termini e dunque: ciliegie.

L’Italia è tra i maggiori produttori di ciliegie e in una classifica del 2018 occupa la quinta posizione con 114.798 tonnellate prodotte.

Il ciliegio sembra essere di origine asiatica e precisamente nella zona compresa fra il Mar Caspio e il Mar Nero. Da qui si diffuse in Egitto nel VII secolo a.C., poi in Grecia e successivamente in Italia ad opera del console romano Lucullo (da qui la definizione di “frutto luculliano” dato alle ciliegie) che la portò da Cerasonta (Asia Minore), oggi Kiresun, da cui il nome Cerasus.

Le specie di ciliegio sono due: una (Prunus avium) produce dei frutti più dolci, l’altra (Prunus cerasus) produce dei frutti più aspri. Alla specie dolce appartengono le duracine, dette anche duroni, e le tenerine. Alla specie acida appartengono le amarene, le visciole e le marasche.

Le duracine sono piante di notevole sviluppo che possono raggiungere anche i 20 metri d’altezza. Hanno la polpa soda e croccante che può essere, secondo la varietà, bianca, rossa o nerastra. Vi appartengono: le Durone Nero di Vignola, con frutto molto grosso color rosso scuro, le Durone Nero dell’Anella, più dolce e dal colore brillante.

Le tenerine sono piante con dimensioni più ridotte e crescita più lenta. La polpa è molle e molto succosa, di colore solitamente rossa o nera. Vi appartengono: la Black Star (colore rosso scuro e gusto dolce), la Brooks di forma grossa e schiacciata e colore rosso brillante.

Le amarene sono piante di scarso sviluppo con rami pendenti, foglie piccole, frutti di color rosso intenso con polpa e succo chiari e sapore amarognolo.

Le visciole hanno i rami dritti, foglie molto grandi, frutti di color rosso brillante, sapore dolciastro.

Le marasche sono la varietà che più si differenzia dalle comuni ciliegie, a partire dalle dimensioni della piante che ha una taglia piccola come anche le foglie e i frutti, usati dall’industria per la produzione di liquori, tra cui il Maraschino.

Molteplici sono le varietà delle ciliegie ma la composizione dei principi nutritivi non cambia molto da una varietà all’altra. Oltre alle vitamine A e B, troviamo proteine, sali minerali di calcio, magnesio, ferro, potassio, antiossidanti. In 100 grammi di ciliegie, che apportano 50 kcal, sono presenti (fonte USDA): acqua (86.2 g), proteine (1g), lipidi (0.3 g), carboidrati (12 g), potassio (173 mg), calcio (16 mg).

Una porzione di ciliegie corrisponde a 15/20 frutti. Per loro caratteristiche, le ciliegie hanno un effetto lassativo e consumate in eccesso possono provocare problemi gastro-intestinali.

Il ciliegio viene anche coltivato per il suo legno rosato, particolarmente apprezzato nei lavori di ebanisteria, per la produzione di mobili fini e per la fabbricazione delle pipe.

Il nostro Paese offre numerose varietà di ciliegie, che si distinguono per colore, sapore e dimensione.

Le più comuni tipologie di ciliegie sono: Ciliegia ferrovia, Durone di Vignola, Ciliegia di Marostica, Mora di Vignola, Ciliegia Anella, Mora di Cazzano, Graffioni, Ciliegia Mastrantonio dell’Etna DOP.

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