CALICEDDI, dalle proprietà salutari sconosciute

La tradizione catanese vuole che “pi San Martinu cu’ sasizza e caliceddri si ngigna ‘u vinu” (tradotto: per San Martino con salsiccia alla brace e cavolicelli si inizia il vino nuovo), che fa il paio con: “a San Martino ogni mosto diventa vino“.

La ricetta tradizionale per preparare i cavolicelli è piuttosto semplice e gustosa. Lavare bene le foglie dei “caliceddri” e sbollentarle in acqua calda per circa 15 minuti. Una volta scolate, lasciarle raffreddare. Quindi passarle in padella con un filo d’olio ed uno spicchio di aglio. Così preparate accompagneranno la salsiccia, rigorosamente sale e pepe, cotta alla brace.

Per chi si stia chiedendo cosa siano i “caliceddri” o cavolicelli, potrà soddisfare la curiosità continuando nella lettura.

Il nome scientifico Brassica fruticulosa (letteralmente “cavolo arbusto”) indica una pianta annuale della famiglia delle Brassicaceae o Crocifere, dai più (siciliani) conosciuta col nome di “calicedda”, ma anche “qualedda” nel Trapanese, “rapuddu” nelle Isole Eolie, cavolicelli in italiano e con tante altre varianti nel nome e nella pronuncia dialettale. Questa verdura, formata da lunghe foglie verde acceso e dal sapore leggermente amarostico, cresce nelle aree che si affacciano sul Mare Mediterraneo, prevalentemente nelle regioni del Sud e, grazie ai suoi componenti, può essere considerata cibo nutraceutico. Contiene buone quantità di vitamina A, C e K, acido folico, potassio, calcio e fosforo, ma poche calorie: 100 g di cavolicelli apportano 22 Calorie. Altre sostanze presenti: tocoferolo (antiossidante), glucosinolati (composti glucosidici contenenti zolfo responsabili del sapore amarognolo e dell’odore durante la cottura) che durante la masticazione liberano isotiocianati (con proprietà antiinfiammatorie e antitumorali).

Per preservare al meglio le preziose sostanze nutritive e benefiche è preferibile saltare in padella e scottare per pochi minuti, oppure cuocere al vapore, evitando ove possibile la bollitura prolungata che elimina fino al 60% dei glucosinolati.

Tradizionalmente, i cavolicelli vengono consumati con un filo d’olio da soli o come condimento per la pasta o per la salsiccia, ma si presta anche alla preparazione di frittate e torte salate. Alcuni macellai della Sicilia orientale usano i “caliceddri” come ingrediente nella preparazione della salsiccia stessa.

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